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    Petr Aven, la nuova vita dell’oligarca russo dopo le sanzioni: “Non riesco a pagare le bollette”

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 26 Mar. 2022 alle 11:11

    Una delle sanzioni comminate dal mondo occidentale per cercare di fermare l’invasione della Russia in Ucraina è quella di colpire gli immensi patrimoni degli oligarchi russi vicini a Putin. Per molti dei ricchi paperoni dell’élite di Mosca è dunque iniziata forzatamente una nuova vita. Conti bancari congelati, ville e appartamenti extralusso sequestrati, per non parlare di yacht e jet privati.

    Tra i ricchi oligarchi russi colpiti dalle sanzioni europee c’è Petr Aven, ex ministro per le relazioni economiche con l’estero del governo Eltsin, con un patrimonio da 4,5 miliardi di sterline. È stato lui stesso a raccontare al Financial Times la sua nuova vita, lamentando le privazioni che deve affrontare: “Ridatemi almeno l’autista e la colf”, ha detto Aven. “La mia vita è cambiata dall’oggi al domani, la nostra attività è completamente distrutta. Tutto ciò che stavamo costruendo per 30 anni è ora completamente rovinato. E dobbiamo in qualche modo iniziare una nuova vita”, ha aggiunto l’oligarca. “Mi sarà permesso avere una colf o un autista? Non guido una macchina, forse guiderà la mia figliastra. Non capiamo come potremo sopravvivere”, ha detto al quotidiano britannico.

    Ad Aven è stata sequestrata anche la mega villa a Punta Sardegna, in provincia di Sassari. L’uomo inoltre rischia l’espulsione nel giro di 20 giorni dal Regno Unito dopo esser stato fotografato con il presidente Vladimir Putin al Cremlino insieme ad altri oligarchi il giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina. “Se vado via non potrò mai più tornare”, ha spiegato. Per l’oligarca le sanzioni sono ingiustificate: “Per fare affari in Russia è necessario un contatto con il presidente, quando il suo ufficio chiama non c’è altra scelta che rispondere – ha detto nell’intervista al Financial Times -. Cerchiamo di rimanere fuori dalla politica, non posso essere sanzionato solo perché incontro il presidente. Se un tribunale decide che sei corrotto sarebbe comprensibile, ma questo proprio non lo capisco”. Aven infine ha ammesso di fare fatica a trovare un avvocato pronto a difenderlo: “Gli avvocati britannici non vogliono lavorare con i russi – ha spiegato -. Mi è stato detto che è quasi impossibile modificare le sanzioni”.

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