Secondo un articolo del New York Times, i bambini prodigio da adulti non diventano quasi mai dei geni in grado di cambiare il mondo e solo un quarto di questi bambini riscontra difficoltà sociali ed emozionali che li limitano. Dunque, a frenare la loro ascesa è qualcos’altro: la mancanza di originalità.
I bambini prodigio non imparano come si diventa originali, perché cercano per tutta la loro infanzia di compiacere i genitori e di ottenere l’ammirazione dei loro maestri. L’allenamento costante li rende perfetti nelle loro attività, ma questa rigidità non concede loro la possibilità di innovare. Quindi un bambino in grado di suonare perfettamente una melodia di Mozart, ad esempio, si troverà raramente a comporne una nuova.
Tutte le energie di questi bambini sono concentrare nell’acquisire conoscenze scientifiche, ma non nello sviluppo di una personale produzione creativa. Si fanno andare bene le regole prestabilite, anziché inventare le proprie. I bambini più creativi, invece, sono i meno inclini a diventare i preferiti del professore o i primi della classe. Ma di che cosa ha bisogno un bambino per sviluppare la propria sfera creativa?
Uno studio ha messo a confronto le famiglie dei bambini più creativi con quelle di altri che lo sono meno. In media, i genitori del primo gruppo avevano imposto ai figli una sola regola nella quotidianità, mentre le altre famiglie avevano una media di sei regole: dagli orari nei quali fare i compiti, all’ora in cui bisogna andare a dormire.
I genitori che limitano le regole da imporre ai propri figli permettono loro di pensare con la propria testa. Queste persone non impongono ai propri figli i loro valori ma gli permettono di sviluppare nel tempo un proprio codice etico. Questo aiuta i bambini a far sbocciare la creatività nell’età adulta, proprio perché durante l’infanzia hanno avuto la libertà di formare le proprie idee personali, scoprire e coltivare i propri interessi.
Lo psicologo americano Benjamin Bloom avviò uno studio sull’origine dei musicisti, artisti, atleti e scienziati con più talento e scoprì che i genitori di queste persone non erano stati dei rigidi istruttori, ma che, al contrario, avevano semplicemente deciso di sostenere in tutto e per tutto i propri figli quando questi avevano mostrato un certo interesse o entusiasmo nei confronti di una specifica attività.
La creatività non ha solo a che a vedere con la libertà ma anche con l’ampiezza delle nostre conoscenze e con la nostra esperienza. Nelle scienze, ad esempio, il fatto di vincere un premio Nobel ha più a che vedere con la multidisciplinarietà che con l’eccellere soltanto in un’attività. Per sviluppare dunque la creatività bisogna sentirsi liberi di inseguire i propri interessi, anche quando sono più di uno.
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