A fine luglio, alcuni agenti dell’Fbi hanno sequestrato documenti fiscali, registri finanziari e altri materiali dalla casa di Paul Manafort, ex responsabile della campagna del presidente Donald Trump.
A rivelare la perquisizione è stato il quotidiano statunitense, Washington Post.
Il portavoce di Manafort, Jason Maloni, ha confermato che l’agenzia federale ha eseguito un ordine di perquisizione in una delle abitazioni di Manafort, situata in Virginia, nella città di Alexandria, sulla costa est degli Stati Uniti, non lontano dalla capitale Washington.
“Manafort ha collaborato con le forze dell’ordine e con gli inquirenti e lo ha fatto anche questa volta”, ha detto Maloni.
I fatti sono avvenuti il 26 luglio, il giorno successivo ad un incontro fra Manafort e membri dello staff del Comitato di Intelligence del Senato degli Stati Uniti che indaga sul caso Russiagate.
Il senatore democratico Richard Blumenthal ha detto che il raid è “altamente significativo”. “Si tratta di un tipico atto investigativo quando si ha a che fare con sospettati poco affidabili e poco collaborativi”, ha aggiunto Blumenthal.
Ad agosto 2016 Manafort si era dimesso dalla carica di capo della campagna elettorale di Donald Trump dopo essere finito al centro delle polemiche per il suo lavoro per il partito filorusso dell’ex presidente ucraino, Viktor Yanukovych, per il quale era stato accusato di aver ricevuto quasi 13 milioni di dollari.
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