Il telefilm Grey’s Anatomy, connubio di amore e medicina, è stato messo sotto accusa da parte di un gruppo di ricercatori del St. Joseph’s Hospital & Medical Center di Phoenix, negli Stati Uniti.
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La serie, tra le più amate dal pubblico italiano, ha raccolto diverse critiche a livello scientifico.
Secondo i ricercatori, nel famoso medical drama, le guarigioni dei pazienti sono troppo rapide e questo comporta il rischio di creare nelle persone delle aspettative distorte e poco ancorate alla realtà.
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Le patologie vengono individuate in tempi troppo rapidi, così come troppo rapidi sono i tempi di convalescenza dei pazienti. Se questo può considerarsi normale per una serie televisiva, secondo gli studiosi ciò distorce la percezione che gli spettatori hanno del sistema sanitario.
Sulle pagine della rivista Trauma Surgery & Acute Care Open i ricercatori hanno fatto un confronto tra le storie dei pazienti dei 269 episodi delle stagioni tra il 2005 e il 2016 e i traumi analoghi realmente subiti da oltre 4mila pazienti.
Comparando i casi reali e quelli della fiction, è emerso che circa il 71 per cento dei pazienti di Grey’s Anatomy veniva portato in sala operatoria direttamente dalle sale del pronto soccorso.
Nella vita reale invece il passaggio alla sala operatoria non si verifica così frequentemente, ma solo nel 25 per cento dei casi.
Per quanto riguarda inoltre i feriti considerati gravi, metà di quelli della serie ha avuto una convalescenza in ospedale inferiore a una settimana, una tempistica che nella realtà si registra solo per il 20 per cento dei pazienti gravi.
Le critiche mosse sono state sollevate proprio perché i ricercatori considerano la fase attuale molto delicata per la sanità americana.
I medical drama della televisione tendono a basarsi su trame che presentano malattie rare, con strani sintomi, il tutto però inquadrato in un contesto che non rispecchia la realtà.
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