In Cina i bambini con meno di 14 anni sono circa 220 milioni e rappresentano un mercato molto allettante per le case editrici di libri per l’infanzia. Ma ora Pechino ha deciso di opporsi ai libri di fiabe stranieri, ritenuti colpevoli di diffondere ideali occidentali ostili.
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Lo ha riportato il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, secondo il quale il governo cinese ridurrà drasticamente il numero di libri illustrati stranieri in Cina quest’anno.
L’ordine di Pechino si inserisce in una campagna più ampia contro le idee straniere e per mantenere il controllo ideologico da parte delle autorità cinesi. In passato, erano state le università a dover limitare l’uso di libri di testo occidentali.
A essere colpite questa volta sono le storie per l’infanzia, di cui viene più difficile immaginare le implicazioni politiche. A farne le spese saranno libri come Winnie-the-Pooh, Peppa Pig, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato e tanti altri. In Cina solo nel 2016 sono stati pubblicati oltre 40mila libri per bambini.
“Il governo ha deliberatamente deciso di limitare libri importati e proteggere quelli scritti da autori cinesi”, ha detto una fonte al quotidiano di Hong Kong. Ma restano comunque molti dubbi su come Pechino potrebbe attuare la decisione.
La Cina lotta da anni per allontanare le influenze culturali straniere e questi sforzi si sono intensificati da quando Xi Jinping è diventato presidente nel 2012.
Xi ha dichiarato che le università cinesi devono diventare roccaforti del partito comunista, mentre il ministro dell’Istruzione Yuan Guiren ha avvertito che “forze nemiche” stanno tentando di infiltrarsi nei cuori e nelle menti dei campus del paese.
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