Le teorie e il pensiero di Xi Jinping sono stati introdotti nella costituzione del Partito comunista cinese.
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Questo è quanto deciso in chiusura del XIX congresso del Partito comunista cinese, dove il segretario e presidente della Repubblica popolare, oltre a essere stato riconfermato alla posizione ricoperta dal 2012, è stato elevato al rango di padre nobile del paese, arrivando a eguagliare altri leader del passato come Mao Zedong e Deng Xiaoping.
L’iscrizione del nome di Xi Jinping nella costituzione del partito nato nel 1921 è stata votata per alzata di mano e all’unanimità dai delegati che hanno partecipato ai lavori.
Xi Jinping inizia così il suo secondo mandato di cinque anni in una posizione ancora più forte e determinante rispetto al passato.
Non indicando il suo successore per la guida del gigante asiatico dal 2022, il presidente della Repubblica popolare cinese ha rotto un’usanza che durava da anni nei congressi del partito e ha implicitamente chiarito la portata delle sue ambizioni, che potrebbero portarlo a un ulteriore mandato.
Nel nuovo comitato permanente, oltre a Xi Jinping, ci saranno il capo del governo, Li Keqiang, e cinque nuovi membri espressione delle diverse correnti presenti all’interno del PCC (Partito comunista cinese): Wang Yang, Wang Huning, Han Zheng, Zhao Leji e Li Zhanshu.
Al XIX congresso, i cui lavori sono iniziati mercoledì 18 e si sono conclusi martedì 24 ottobre, hanno partecipato 2.287 delegati in rappresentanza degli oltre 89 milioni di iscritti al partito e delle quattro milioni di organizzazioni a esso collegate.
Il congresso nazionale rappresenta l’organo più importante del Partito comunista cinese e ha il compito di indicarne e ufficializzarne dirigenti e vertici.
Nel primo congresso del luglio 1921 venne sancita la nascita del PCC e realizzato il primo programma politico.
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