Stampare la pelle in 3D nei prossimi due o tre anni: è l’idea di un gruppo di ricercatori cinesi guidati dal professor Wu Jun, direttore dell’Istituto Burns all’Ospedale di Chongqing, in Cina meridionale, che sta studiano le tecniche per offrire sul mercato questa rivoluzione in ambito medico.
Stiamo parlando di bioprinting, ovvero di quelle tecniche di medicina rigenerativa che al posto di plastiche e polimeri si avvalgono di cellule umane per riprodurre organi e tessuti.
Poter utilizzare queste stampanti nel mondo della medicina significa poter velocizzare la guarigione di ustioni e ferite d’altro genere in pochi minuti, evitando in questo modo complicazioni come rigetto, infezioni ed eccessive perdite di sangue.
Nel concreto, questa nuova tecnologia appare davvero rivoluzionaria: le cicatrici degli interventi sparirebbero, i tempi di recupero post operazione verrebbero accorciati ed anche il dolore provato dal paziente subirebbe un abbassamento. Non sarà certamente un lavoro semplice ma gli studiosi si stanno impegnando per rendere questo scenario una realtà.
Proprio il professor Wu Jun ha spiegato alla stampa cinese che questo tipo di tecniche nel giro di pochi anni diverranno la norma.
“Inizialmente utilizzeremo le stampanti per produrre arti artificiali ma con il tempo potremo sviluppare un numero maggiore di prodotti medici avanzati con l’utilizzo delle cellule staminali stampate in 3D, è solo questione di tempo”.
La Cina, negli ultimi anni, si sta rendendo protagonista nella corsa alle nuove tecnologie in ambito medico: tra le innovazioni più importanti è possibile ricordare l’intervento chirurgico, primo nel suo genere, grazie al quale un paralitico ha ricevuto un impianto spinale stampato in 3D.
L’Agenzia cinese per gli alimenti e i medicinali (China Food and Drug Administration) è molto attiva nell’approvazione delle procedure relative alla stampa 3D in campo medico e proprio a Chongqing si sta realizzando la prima fabbrica di stampa 3D dedicata esclusivamente alle strumentazioni mediche.
Il bioprinting è un campo del tutto nuovo nel quale le aziende e i ricercatori di tutto il mondo sono in competizione tra loro per mettere a punto la migliore tecnologia che permetterà procedure sempre più sicure ed efficaci.
Sarà l’industria farmaceutica ad essere travolta dai maggiori cambiamenti: basti pensare che il bioprinting offrirà tessuti artificiali del tutto simili a quelli umani per test clinici e simulazioni dell’efficacia dei farmaci, andando in questo modo a sostituire gli studi in vivo, i test sugli animali, abbassando i costi di tali operazioni.
Leggi l'articolo originale su TPI.it