Com’era noto già da tempo, il premio Nobel per la
letteratura 2016 Bob Dylan non ha presenziato alla cerimonia ufficiale di
premiazione che si è tenuta ieri, 10 dicembre, presso la Sala Concerti di
Stoccolma alla presenza dei regnanti di Svezia.
Il cantautore statunitense, la cui opera è stata ritenuta
meritevole del più alto riconoscimento in campo letterario a ottobre scorso, ha
inviato un messaggio di ringraziamento letto dall’ambasciatrice USA in Svezia.
Non è stato però l’unico momento della serata dedicato alla
sua figura: durante la cerimonia c’è stato infatti anche spazio per una performance
musicale di Patti Smith, poetessa e icona del rock, nonché amica di lunga data
di Dylan, che ha eseguito un brano del premiato.
In particolare, la scelta è caduta su A Hard Rain’s a-Gonna Fall, una canzone contenuta sul secondo album
di Dylan, uscito nel 1963 e intitolato The
Freewheelin’ Bob Dylan, contenente anche altri grandi classici come Blowin’ in the Wind e Don’t Think Twice, It’s Alright.
A metà della canzone, la Smith ha ripetuto un verso già
cantato, un errore dovuto all’emozione che l’ha spinta a interrompere brevemente l’esecuzione scusandosi
con i presenti: “Mi dispiace. Mi scuso, sono così nervosa!”.
Qui l’interpretazione di Patti Smith durante la cerimonia (l’articolo prosegue in basso):
Questo il testo del brano, una visione apocalittica che si rifà nello stile delle strofe ad antiche ballate folk britanniche aggiornandole ai presagi di quell’epoca di guerra fredda e rischio nucleare incombente:
Una forte pioggia sta per cadere
Oh, dove sei stato, figlio mio dagli occhi azzurri?
Oh, dove sei stato, mio caro giovane?
Ho inciampato sui versanti di dodici monti nebbiosi
Ho camminato e strisciato su sei autostrade tutte curve
Mi sono inoltrato nel mezzo di sette tristi foreste
Sono stato di fronte a una dozzina di oceani morti
Sono entrato per diecimila miglia nella bocca di un cimitero
Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere
Oh, che cosa hai visto, figlio mio dagli occhi azzurri?
Oh, che cosa hai visto, mio caro giovane?
Ho visto un bimbo neonato circondato da lupi selvaggi
Ho visto una deserta strada di diamanti
Ho visto un ramo nero che continuava a grondare sangue
Ho visto una stanza piena di uomini con i loro martelli sanguinanti
Ho visto una scala bianca coperta dall’acqua
Ho visto diecimila conversatori con la lingua spezzata
Ho visto pistole e spade acuminate nelle mani di bambini
Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere
E che cosa hai udito, figlio mio dagli occhi azzurri?
E che cosa hai udito, mio caro giovane?
Ho udito il suono di un tuono, gridava di mettersi in guardia
Ho udito il rombo di un’onda che poteva affogare il mondo intero
Ho udito cento tamburini con le mani in fiamme
Ho udito diecimila mormorii e nessuno ad ascoltarli
Ho udito una persona che moriva di fame, ho udito molta gente ridere
Ho udito la canzone di un poeta che moriva in una fogna
Ho udito il suono di un pagliaccio che piangeva nel vicolo
Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere
Oh, e chi hai incontrato, figlio mio dagli occhi azzurri?
Chi hai incontrato, mio caro giovane?
Ho incontrato un bambino accanto a un pony morto
Ho incontrato un uomo bianco che portava a spasso un cane nero
Ho incontrato una giovane donna con il corpo che bruciava
Ho incontrato una giovane ragazza che mi ha dato un arcobaleno
Ho incontrato un uomo ferito dall’amore
Ho incontrato un altro uomo ferito con l’odio
Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere
Oh, che farai adesso, figlio mio dagli occhi azzurri?
Oh, che farai adesso, mio caro giovane?
Tornerò fuori prima che inizi a cadere la pioggia
Giungerò alle profondità della più profonda foresta nera
Dove le persone sono tante e le loro mani sono vuote
Dove le pillole di veleno gonfiano le acque
Dove la casa nella valle incontra la sporca umida prigione
Dove il volto dell’esecutore è sempre ben nascosto
Dove la fame è brutta, dove le anime sono dimenticate
Dove il nero è il colore, dove niente è il numero
E lo racconterò e lo penserò e lo dirò e lo respirerò
E lo rifletterò dal monte cosicché tutte le anime potranno vederlo
Poi starò in piedi sull’oceano finché non colerò a picco
Ma conoscerò bene la mia canzone prima di iniziare a cantare
Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere
La “sacerdotessa del rock”, già interprete di Because the Night, Gloria e People Have the
Power, aveva scritto un post su Facebook qualche giorno fa per annunciare
la sua performance:
“A settembre, quando ero all’inaugurazione della mia mostra
fotografica presso la Casa della Cultura di Stoccolma, sono stata contattata da
un membro del Comitato per il Nobel, che mi ha chiesto di cantare alla
cerimonia.
Allora i vincitori non erano ancora stati annunciati, e io avevo
in programma di eseguire una delle mie canzoni con l’orchestra. Ma dopo che il
nome di Bob Dylan è stato annunciato come vincitore, mi è sembrato opportuno mettere
da parte la mia canzone e scegliere uno dei suoi brani.
Ho scelto A Hard Rain
perché è una delle sue canzoni più belle. Al suo interno c’è la sua padronanza rimbaudiana
della lingua insieme a una profonda comprensione delle cause della sofferenza e in
ultima analisi della resilienza umana.
Seguo Bob da quando ero un’adolescente, mezzo secolo per
essere esatti. La sua influenza è stata grandissima e ho un grande debito nei
suoi confronti per questo.
Non avevo previsto di cantare una canzone di Bob Dylan il 10
dicembre, ma sono molto orgogliosa di farlo e affronterò il compito con un senso di gratitudine per il
fatto di averlo come nostro lontano, ma presente, pastore culturale”.
* traduzione dall’inglese di Guglielmo Latini
Leggi l'articolo originale su TPI.it