Patrick Zaky resterà in carcere
Patrick resterà in carcere: è stata prorogata per altri 15 giorni la detenzione del ricercatore egiziano che studia al master dell’Università di Bologna, arrestato al suo rientro in Egitto.
Il giovane è accusato di aver diffuse notizie false e di aver preso parte a manifestazioni non autorizzate. Zaky, nell’udienza che si è tenuta a Mansura, 120 km a nord del Cairo, ha ribadito che gli account social incriminati non erano i suoi e che non aveva alcun legami con un’altra pagina a lui attribuita.
Inoltre, riguardo al suo coinvolgimento nelle proteste, ha spiegato che nelle date contestate – 23 e 24 settembre 2019 – lui si trovava in Italia dov’era arrivata il 28 agosto 2019 per preparare il master.
Patrick Zaky in carcere: “Sono innocente”
“Sono innocente. Conosco la legge e se fossi stato a conoscenza di qualsiasi illegalità non sarei tornato. Non capisco perché sono stato arrestato. Sono cristiano e avrei anche potuto chiedere asilo in Italia, ma non ho voluto”, ha detto Patrick Zaky davanti al giudice, al procuratore e ai due diplomatici presenti in rappresentanza dell’Italia e dell’Ue. Ma le parole del giovane non sono bastate.
Allo scadere dei 15 giorni le accuse contro di lui potrebbero essere discusse e il giovane potrebbe avere la possibilità di difendersi. Oppure la detenzione potrebbe essere rinnovata fino a 200 giorni.
Patrick è apparso forte di fronte ai giudici: ha i capelli corti, gli sono stati tagliati in carcere senza spiegazione, un’infezione a un occhio e qualche difficoltà a respirare a causa del sovraffollamento della cella. Ma ha potuto ricevere medicine dalla sua famiglia e il procuratore ha promesso ai familiari un accesso più lungo.
Il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury, ha commentato su Twitter: “Altri 15 giorni di detenzione preventiva per Patrick Zaky. Una decisione crudele ma che non fermerà in alcun modo la mobilitazione per ottenere il suo rilascio”.