Altri 15 giorni di reclusione per Patrick Zaky, lo studente dell’Università d Bologna in carcere da quasi un anno in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva su internet: lo ha comunicato all’ANSA una sua legale, Hoda Nasrallah. “Quindici giorni”, ha risposto al telefono l’avvocatessa alla domanda su cosa fosse stato deciso all’udienza dell’altro ieri. “Ci si aspettava una scarcerazione”, si è limitata ad aggiungere Hoda.
“Ci sono volute 48 ore prima che un funzionario egiziano si degnasse di comunicare all’avvocata l’esito dell’udienza di domenica. Altri 15 giorni di detenzione preventiva per Patrick. Una detenzione arbitraria, immotivata, illegale. Una vergogna”, commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.
Ieri, lunedì 18 gennaio, ‘Patrick Libero’, il gruppo che sui social network si batte per il rilascio dello studente egiziano, ha fatto sapere che Zaky è rimasto in aula “per più di 10 ore, e non ha potuto mangiare, bere o usare il bagno”, quindi ha denunciato le “condizioni disumane” in cui il 28enne è stato costretto a rimanere sebbene la sua udienza fosse terminata. Zaky ha dovuto infatti aspettare fino alla fine delle udienze delle decine di imputati che erano in aula con lui.