Un passaporto vaccinale uguale per tutti i Paesi europei, che consenta ai cittadini di tornare a viaggiare: è la proposta allo studio delle autorità di Bruxelles, con i 27 Paesi che nella videocall del 25 febbraio scorso si sono trovati sostanzialmente d’accordo sull’idea, pur mantenendo opinioni diverse sul genere di “privilegi” che il passaporto può garantire. A spingere sull’acceleratore è stata in particolare la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha avvisato: se non si fa in fretta nella partita potrebbero entrare anche i giganti del tech come Google e Apple.
Gli interessi dei big tech
Di fatto già dalla fine dello scorso anno diverse società del tech stanno lavorando allo sviluppo di soluzioni che permettano ai cittadini di portare con sé le “credenziali digitali”, come gli esiti dei tamponi effettuati e delle vaccinazioni, da esibire prima di salire su aerei o treni o di entrare in luoghi finora proibiti come cinema, stadi e teatri. Una di queste è l’app CommonPass, sviluppata dalla non profit svizzera The Commons Project insieme al World Economic Forum, e che conta già su collaborazioni con diverse linee aeree, come Lufthansa, Swiss Airlines, United Airlines, Virgin Atlantic e Cathay Pacific. L’app consente di generare un “certificato di salute” da esibire alle autorità di frontiera, anche sotto forma di QR code, garantendo la riservatezza. E anche un nome noto come IBM ha sviluppato la sua app, chiamata Digital Health Pass, che detiene questi dati in una sorta di portafogli virtuale.
“Il pass faciliterà la vita agli europei”
Proprio per questo, secondo Ursula Von der Leyen è essenziale sviluppare un passaporto europeo: “Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L’obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare, e informazioni sulla ripresa dal Covid. Verrà rispettata la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy”, ha scritto su Twitter. “Il pass verde Covid faciliterà la vita degli europei. L’obiettivo è di permettere loro, gradualmente, di muoversi in sicurezza nell’Ue o all’estero, per lavoro o turismo”, ha evidenziato Von der Leyen.
Pronto per l’estate
Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha spiegato che l’esecutivo sta lavorando ad una proposta legale per “facilitare il libero movimento in sicurezza nell’Ue”. L’obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate. “Il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un’altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all’interno dello Stato membro”, ha precisato il portavoce.
Contro le discriminazioni
Per evitare “discriminazioni” il pass conterrà anche i risultati di eventuali test o l’avvenuta ripresa dopo una malattia da Covid. Il pass sarà basato sui certificati vaccinali medici su cui gli Stati membri hanno già concordato. Le linee guida sui dati che conterranno sono già stati approvati a gennaio, e saranno ora necessari tre mesi per il lavoro tecnico.
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