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    Party writer

    Londra: Banksy mascotte dei laburisti. Ma fioccano le critiche per i tagli alla cultura

    Di Vittoria de Petra
    Pubblicato il 3 Mar. 2013 alle 10:00 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:48

    Party writer

    Lo scorso 19 febbraio è scomparso da un muro di Londra un murales del noto writer Banksy, l’unico del quale nessuno si lamenta mai, o quasi.

    Si, perché se è sparito era perché (a quanto pare) il soggetto non fosse particolarmente gradito. Il murales ritraeva un bambino in ginocchio di fronte ad una macchina da cucire, intento a rammendare un Union Jack.

    L’opera era stata interpretata come una presa di posizione contro il lavoro minorile al centro di certi pettegolezzi post olimpici.

    La cosa divertente è che si è scatenata una vera e propria diatriba artistico-politica (come suona male!) tra chi condanna Banksy e in particolare quel murales, e il Consiglio del Labour Party di Ed Miliband, che sta supportando a gran voce il recupero dell’opera.

    L’accusa al partito laburista, sarebbe di attuare una politica culturale populista, perché se il Consiglio da un lato difende l’arte di Banksy con l’altra mano si starebbe sbizzarrendo con i tagli alla cultura. “Populista” non è una parola che si sente solo dalle nostre parti.

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