Lasci le tue cose a casa sua, perché sai che ci tornerai? Entrambi non frequentate altre persone, anche se non ve lo dite esplicitamente? Spieghi ai tuoi amici che “No, non stiamo insieme”, ma loro non capiscono il motivo? Forse, anche se non lo sai, la vostra è una situationship.
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Il neologismo compare in un articolo firmato da Carina Hsieh pubblicato su Cosmopolitan. La parola indica il caso in cui non ci si trova propriamente una relazione, ma al tempo stesso non si sta semplicemente uscendo con qualcuno.
A parlarne per la prima volta a Carina è stato un ragazzo di nome Tony, che lei ha incontrato a una festa. “Di base noi siamo in questa situationship, in cui le cose possono andare avanti oppure no”, ha detto Tony.
Con questa parola il ragazzo è riuscito a definire alla perfezione quello che prima sembrava del tutto non classificabile, all’interno del limbo che va dal “ci stiamo frequentando” a “è complicato”.
La situationship, è vero, non è ancora una relazione ufficiale (e forse non lo sarà mai). Ma può durare mesi – se non addirittura anni – e devono esserci dei sentimenti coinvolti, altrimenti si tratta di una semplice frequentazione.
Proprio per questa ragione, la situationship è sempre di per sé problematica in quanto legata alla speranza che il rapporto si trasformi in qualcosa di più.
Nonostante infatti spesso chi si trova in questa situazione dica di sentirsi completamente a proprio agio nel non fare piani che vadano oltre la settimana successiva e nel non avere un’etichetta che definisca il tipo di rapporto, una situationship può diventare anche fonte di sofferenza per una delle due parti coinvolte.
“Date le emozioni coinvolte, è davvero solo una questione di tempo prima che la persone che vuole portare avanti le cose inizi a parlarne o scelga di andare avanti”, scrive Carina Hsieh nel suo articolo. “Il semplice fatto di mantenere un equilibrio non fa evolvere magicamente il vostro rapporto tacito in uno vero”. Per questa ragione secondo lei bisogna in qualche modo proteggersi dalla situationship, mettendo delle barriere all’inizio del rapporto.
“Vivere le situationship come una cosa normale insegna alle persone ad abbassare le loro aspettative e a prendere quello che possono dal partner perché, hey, almeno gli piaci”, scrive Carina.
Dall’altro lato, può essere costruttivo trascorrere un certo periodo di tempo senza etichette, per capire se un rapporto può procedere e come può farlo. E chissà, forse questa nuova parola toglie un po’ di aurea a qualcosa che prima trovava il suo fascino proprio nell’indeterminatezza.
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