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    Al Parlamento europeo è stato proposto di abolire l’ora legale

    Giovedì 8 febbraio gli europarlamentari hanno discusso dell'abolizione del cambio d'ora. Ecco com'è andata a finire

    Di Noemi Valentini
    Pubblicato il 8 Feb. 2018 alle 15:32 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:47

    Giovedì 8 febbraio 2018 il Parlamento europeo ha votato contro la risoluzione che proponeva di abolire l’ora legale.

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    La proposta, che avrebbe dovuto poi essere rivolta alla Commissione europea, era stata presentata dall’Intergruppo per l’abolizione del cambio semestrale dell’ora, chiedeva di abolire la direttiva comunitaria 2000/84/ce, che introduce l’ora legale.

    Ma il Parlamento si è rifiutato di approvare la risoluzione, accettando al massimo di compiere studi approfonditi per poi ridiscuterne.

    I principali promotori sono i paesi del nord ed est Europa, all’interno dei quali i cittadini hanno espresso con forza il loro malcontento per il cambio d’orario.

    In Finlandia una commissione parlamentare ha chiesto di abolire la direttiva sull’ora legale sulla spinta di 70mila firme raccolte dai cittadini, e nel dicembre 2017 il parlamento lituano aveva già votato (con netta maggioranza) a favore dell’abolizione, chiedendo ai rappresentanti di fare pressioni in Europa.

    Il cambio d’ora avviene due volte l’anno (a ottobre e a marzo) in 70 paesi in tutto il mondo, tra cui la maggior parte degli stati europei e nordamericani.

    I rappresentanti del gruppo Karmia Delli e Pavel Svoboda hanno dichiarato di appoggiarsi a diversi studi, tra cui uno condotto dai Servizi di ricerca del Parlamento europeo dell’ottobre 2017.

    Nella risoluzione si legge che «numerosi studi scientifici non sono riusciti a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento d’orario. Al contrario, hanno rilevato effetti negativi sulla salute umana, l’agricoltura e la sicurezza della circolazione stradale»

    Le conseguenze sulla salute (stanchezza, disturbi del sonno, irritabilità) si ripercuoterebbero addirittura sull’economia, a causa della minore produttività dei lavoratori.

    Introdotta agli inizi del ventesimo secolo, l’ora legale mira a garantire un’ora di luce in più la sera, per consentire il massimo sfruttamento delle ore di luce naturale e risparmiare energia.

    Il deputato Sean Kelly ha dichiarato però che “i dati mostrano che il risparmio energetico è minimo, se c’è”.

    Anne Berber, ministra dei trasporti finlandese, aveva chiesto a fine gennaio di lasciare ad ogni singolo paese la facoltà di poter decidere come comportarsi in relazione al tema, ma l’operare senza un orario uniforme potrebbe avere gravi conseguenze per il mercato interno europeo.

    A seguito della ferma decisione del Parlamento europeo, comunque, resta per le lancette di tutta Europa l’appuntamento del 25 marzo 2018, quando si tornerà all’ora legale.

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