Il parlamento britannico dovrà votare per consentire al governo di iniziare il procedimento per la Brexit. Lo ha stabilito una sentenza della Corte suprema britannica martedì 24 gennaio 2017, confermando il verdetto dell’Alta corte di novembre 2016, contro il quale era stato proposto ricorso.
La premier britannica Theresa May non potrà quindi dare avvio alla procedura per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea senza il voto favorevole dei parlamentari. Il via libera è comunque atteso entro il 31 marzo, la data stabilita dal governo per iniziare le negoziazioni con i paesi membri Ue.
Secondo la Corte invece non occorre l’approvazione delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Il governo sosteneva di poter avviare il processo dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea usando i cosiddetti poteri prerogativa, ossia la prerogativa reale (royal prerogative), secondo cui l’esecutivo opera sotto mandato della Corona.
Ma molti insistevano sul fatto che una decisione di questa portata potesse essere presa solo ed esclusivamente dal parlamento. In ogni caso è molto probabile che il parlamento voti a favore della Brexit per rispettare la vittoria del leave al referendum di giugno 2016.
**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**