Nel parlamento britannico applaudire è severamente vietato. Si possono sventolare fogli, urlare, fare versi e smorfie, ma battere le mani per esprimere la propria approvazione per le parole di un collega è considerato offensivo.
I politici che non rispettano questa regola rischiano di essere severamente ammoniti. Il 27 maggio, i 56 neo-eletti parlamentari del partito nazionalista scozzese SNP (Scottish National Party) hanno applaudito il loro collega e capo-gruppo Angus Robertson. Durante il dibattito che ha seguito il Queen’s Speech (cerimonia in cui la regina illustra il programma del nuovo governo), Robertson ha replicato a un attacco furioso del parlamentare laburista Ian Austin, che ha incolpato l’SNP di aver favorito la vittoria dei Conservatori alle elezioni lo scorso 7 maggio.
Quando i parlamentari scozzesi hanno applaudito Robertson, sono stati immediatamente rimproverati dal presidente della Camera dei comuni John Bercow: “Lasciatemi subito dire che la regola di non applaudire in questa Camera è una tradizione antica e largamente rispettata, e vorrei che tutti i membri del parlamento continuassero a rispettarla”, ha detto Bercow. “Avrete il diritto di parlare, questo ve lo assicuro, ma vi invito a rispettare le tradizioni di questa Camera”.
Dato il divieto di applaudire, per dimostrare il proprio apprezzamento i parlamentari possono commentare con il tradizionale ‘hear, hear’, pronunciato in modo prolungato, un’usanza che risale al 17esimo secolo. Secondo l’etichetta parlamentare, gli applausi costituiscono un’interruzione, mentre l’eco dei ‘hear, hear’ non disturba i lavori della Camera.
Durante il governo di Tony Blair fu istituito un comitato di modernizzazione del parlamento, che definì incomprensibile il divieto di applaudire, un’usanza così comune in altri contesti cerimoniosi e ufficiali. In un report del 1998, però, il divieto fu confermato, per il “pericolo che questo gesto possa essere abusato e possa, in certe circostanze, portare a standing ovation che rischiano di influire sul successo o il fallimento di un discorso, a seconda della durata degli applausi”.
Da allora, però, il divieto di applaudire è stato più volte violato. Ad esempio, nel 2007 i parlamentari di tutti i partiti applaudirono a lungo in seguito al discorso di addio di Tony Blair, quando lasciò la Camera dei Comuni. In quell’occasione, il presidente della Camera non intervenne a interrompere la standing ovation.
Lo stesso Bercow non disse nulla quando fu applaudito l’amico Charles Walker, un parlamentare conservatore. Lo scorso marzo, Walker fece un discorso in cui difendeva Bercow, che rischiava di perdere il posto come presidente della camera. Seguì uno scroscio di applausi, che Bercow non interruppe.
Il parlamento del Regno Unito ha diverse regole che al giorno d’oggi possono apparire bizzarre. Oltre al divieto di applaudire, i parlamentari britannici non possono: riferirsi ai colleghi chiamandoli per nome (devono sempre usare la formula ‘onorevole’); rivolgersi a un parlamentare in particolare invece del presidente della Camera; scattare foto; indossare magliette; definire qualcuno un bugiardo o un ipocrita; insultare qualcuno definendolo un maiale o un ratto; indossare un armatura e parlare in lingua gallese.