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    Il Papa: “I romeni emigrati sono una ricchezza per gli altri Paesi”

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 31 Mag. 2019 alle 12:53 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:17

    PAPA ROMENI – Gli immigrati sono una ricchezza. È quanto regolarmente ribadisce il Papa Francesco in un periodo in cui trovano troppo facilmente spazio manifestazioni di odio verso gli stranieri accolti nel nostro Paese. Il Pontefice lo ha fatto ancora una volta oggi, affermando che i romeni emigrati sono una ricchezza per gli altri popoli.

    Papa Francesco | “I romeni emigrati ricchezza per gli altri Paesi”

    Nel discorso alle autorità romene a Bucarest, il Papa ha parlato del fenomeno dell’emigrazione sostenendo “che ha coinvolto diversi milioni di persone che hanno lasciato la casa e la Patria per cercare nuove opportunità di lavoro e di vita dignitosa”. Poi Francesco ha sottolineato: “Rendo omaggio ai sacrifici di tanti figli e figlie della Romania che, con la loro cultura, il loro patrimonio di valori e il loro lavoro, arricchiscono i Paesi in cui sono emigrati, e con il frutto del loro impegno aiutano le loro famiglie rimaste in patria”.

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    “Penso allo spopolamento di tanti villaggi – ha detto ancora Papa Francesco parlando del fenomeno dell’emigrazione che tanto ha interessato negli ultimi decenni la Romania -, che hanno visto in pochi anni partire una considerevole parte dei loro abitanti; penso alle conseguenze che tutto questo può avere sulla qualità della vita in quei territori e all’indebolimento delle vostre più ricche radici culturali e spirituali che vi hanno sostenuto nelle avversità”. E ancora: “Pensare ai fratelli che sono all’estero è un atto di fratellanza e di giustizia, continuate a farlo”, ha evidenziato il Pontefice.

    Papa Francesco | “Società tanto più civile quanto più cura gli ultimi”

    Nel suo incontro con le autorità della Romania il Papa ha sottolineato anche che “quanto più una società si prende a cuore la sorte dei più svantaggiati, tanto più può dirsi veramente civile”. La “vocazione più nobile a cui uno Stato deve aspirare” è – ha continuato Francesco – “farsi carico del bene comune del suo popolo”. È necessario dunque “costruire una società inclusiva”, “una società dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla ‘macchina’ di camminare, ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile”.

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