Il vescovo emerito di Bruges, Roger Vangheluwe, è stato ridotto allo stato laicale da Papa Francesco dopo essere stato accusato di abusi sessuali su minore, reati caduti tuttavia in prescrizione. Lo riferisce una nota della Nunziatura apostolica a Bruxelles, citata da Vatican News, secondo cui il Pontefice ha inflitto oggi la pena della dimissione dallo stato clericale a Vangheluwe, che si era già dimesso dalla guida della sua diocesi nell’aprile 2010 dopo aver ammesso l’abuso su uno dei suoi nipoti.
Secondo la nota, negli ultimi mesi erano emersi “nuovi elementi gravi” a carico del vescovo emerito belga, “riportati al Dicastero per la Dottrina della Fede”. Questo aveva reso “necessario un riesame del caso”.
Dopo una nuova inchiesta, il Dicastero aveva ascoltato prelato e l’8 marzo scorso “ha presentato la documentazione al Santo Padre, proponendo la dimissione dallo stato clericale, in conformità all’articolo 26 delle norme Sacramentorum sanctitatis tutela”, che regola la punizione dei “delitti più gravi” all’interno della Chiesa.
Così, prosegue la nota, l’11 marzo “Papa Francesco ha accettato la richiesta, ordinando che la pena proposta fosse imposta”. La misura è stata quindi “notificata all’interessato” ieri.
“Prendendo atto della decisione”, Vangheluwe “ha chiesto di poter risiedere in un luogo di ritiro, senza più alcun contatto con il mondo esterno, al fine di dedicarsi alla preghiera e alla penitenza”. Papa Francesco, conclude la nota, “ribadisce la sua vicinanza alle vittime di abusi e il suo impegno affinché questo flagello sia sradicato dalla Chiesa”.