“Ci sono matrimoni nulli per mancanza di fede. Poi magari il matrimonio non è nullo, ma non si sviluppa bene per l’immaturità psicologica. In alcuni casi il matrimonio è valido, ma a volte è meglio che i due si separino per il bene dei figli”.
Questo il messaggio di Papa Francesco all’incontro con i Gesuiti in Romania che apre ad un cambiamento significativo della posizione della Chiesa sul tema del divorzio.
Il Papa ha anche parlato nuovamente del Sinodo sulla famiglia: “Quando è incominciato il Sinodo sulla famiglia, alcuni hanno detto: ecco, il Papa convoca un Sinodo per dare la comunione ai divorziati. E continuano ancora oggi! In realtà, il Sinodo ha fatto un cammino”.
Per il Papa “sul problema matrimoniale dobbiamo uscire dalla casistica che ci inganna” e “si devono accompagnare le coppie. Ci sono esperienze molto buone. Questo è molto importante. Ma servono i tribunali diocesani. E ho chiesto che si faccia il processo breve. So che in alcune realtà i tribunali diocesani non funzionano. E ce ne sono troppo pochi. Il Signore ci aiuti!”.
Il Pontefice nel suo discorso ha toccato anche un altro tema importante: quello dell’indifferenza, definita come una delle più grandi tentazioni.
“Viviamo la tentazione dell’indifferenza, che è la forma più moderna del paganesimo. Nell’indifferenza tutto è centrato sull’io. Non c’è capacità di prendere posizione su ciò che accade”.
Indifferenza è anche “quella che noi in spagnolo chiamiamo la ‘calma chicha’. Come dite voi in italiano? Calma piatta. Sant’Ignazio ci dice che se c’è indifferenza e non ci sono né consolazioni né desolazioni non va bene. Se nulla si muove, si deve guardare che cosa succede. E anche a noi farà bene aprire gli occhi sulla realtà e guardare ciò che accade”.
“A me preoccupa la cultura dell’indifferenza cattiva, dove tutto è calma piatta, dove non si reagisce alla storia, quando non si ride e non si piange. Una comunità che non sa ridere e non sa piangere non ha orizzonti. È chiusa nei muri dell’indifferenza”.
Papa Francesco e l’appello ai giovani: “Siate fecondi, non zitelloni”
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