Le reazioni internazionali alle rivelazioni dei Panama papers, i documenti diffusi da una inchiesta giornalistica condotta dall’International consortium of investigative journalists, insieme al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, e ad altre 100 testate giornalistiche di tutto il mondo (per l’Italia ha preso parte all’inchiesta il settimanale l’Espresso).
L’inchiesta rivela la pratica del trasferimento di ricchezze nei paradisi fiscali da parte di migliaia di imprenditori, politici e personaggi dello spettacolo di tutto il mondo. Con undici milioni e mezzo di documenti, si tratta probabilmente della più grande fuga di notizie della storia.
L’inchiesta coinvolge leader politici del calibro di Vladimir Putin, il presidente ucraino Poroshenko e il premier britannico David Cameron. E ancora, il primo ministro islandese e quello pakistano, il re saudita, i figli del presidente dell’Azerbaigian, o alti funzionari della Fifa e di altre organizzazioni, oltre al calciatore Lionel Messi. Tra le banche coinvolte anche i colossi Ubs e Hsbc.
Le reazioni internazionali:
Regno Unito: il governo inglese ha chiesto un copia dei dati diffusi dall’inchiesta dei “Panama papers”, per esaminare le informazioni ed eventualmente agire contro eventuali evasioni fiscali. La fuga di notizie potrebbe mettere in difficoltà il primo ministro David Cameron, che si era esposto in prima linea contro l’evasione fiscale. Suo padre, Ian Cameron, è nominato nella lista di clienti di Mossack e Fonseca, insieme ad altri membri del partito conservatore britannico. Il portavoce di David Cameron ha detto che la vicenda è solo “un affare di famiglia privato”.
Russia: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, molte ore dopo la fuga di notizie, ha commentato dicendo che il collegamento tra il presidente russo Vladimir Putin e lo scandalo delle società offshore a Panama avrebbe il preciso intento di screditare il presidente, definendo questa tendenza generale “Putinophobia”. Secondo quanto riporta la Bbc, nessuno dei maggiori giornali russi starebbe riportando la notizia.
Francia: il presidente francese Francois Hollande ha accolto con favore la rivelazione dei Panama papers. “Vi posso assicurare che saranno condotte indagini”, ha detto il presidente. “Queste rivelazioni sono una buona notizia, perché aumenteranno le entrate fiscali da coloro che commettono frodi”. Il ministro delle Finanze, Michel Sapin, ha detto che le autorità francesi analizzeranno i dati e puniranno eventuali colpevoli.
Islanda: il primo ministro islandese Sigmundur Davi Gunnlaugsson è al centro della bufera: 16mila islandesi hanno già firmato una petizione per chiedere le sue dimissioni. Il premier e la moglie Anna Sigurlaug Palsdottir, avrebbero usato una società offshore alle isole Vergini britanniche per nascondere un investimento da milioni di dollari. Il parlamento ha previsto un voto di sfiducia.
Italia: “Né io né la mia famiglia abbiamo conti all’estero o società offshore”, ha commentato Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Alitalia e vicepresidente di Unicredit, che secondo la fuga di notizie sarebbe coinvolto nella vicenda.
Pakistan: ogni collegamento del figlio e della figlia del primo ministro Nawaz Sharif nella vicenda è stato negato.
Ucraina: il partito radicale ucraino ha chiesto che venga indagato il presidente Petro Poroshenko e il suo leader, Olle Lyashko, si augura che ciò possa condurre all’impeachment. Il procuratore generale ucraino però sostiene che nessun crimine è stato commesso dal presidente.
Brasile: alcuni membri del Pmdb, il partito che la settimana scorsa è uscito dalla coalizione di governo guidata da Dilma Rousseff, sono coinvolti nello scandalo internazionale.
Australia: le autorità del fisco australiane e neozelandesi hanno aperto indagini a carico dei clienti di Mossack e Fonseca dei loro paesi.
Austria: l’autorità di regolazione dei mercati finanziari austriaca, FMA, sta indagando sugli istituti di credito Raiffeisen Bank International e Hypo Landesbank Vorarlberg, sul riciclaggio di denaro, dal momento che questi nomi erano emersi nei Panama papers.
Paesi Bassi: le autorità olandesi hanno avviato indagini sui clienti di Mossack e Fonseca, che potrebbero essere coinvolti in riciclaggio di denaro o evasione fiscale. Una sede dello studio legale internazionale al centro della fuga di notizie si trovava anche nei Paesi Bassi, ma un mese fa ha chiuso.
Azerbaijan: il portavoce del presidente azero, i cui figli sarebbero tra i clienti dello studio Mossack e Fonseca, ha detto: “i figli del presidente Ilham Aliyev sono cittadini azeri. Possono avere i propri affari. Questo non è vietato da alcuna legge”.
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