Palma di Maiorca, nelle isole Baleari, una delle destinazioni turistiche più visitate della Spagna, diventerà presto la prima città del paese a vietare ai proprietari di case di affittare i loro appartamenti ai turisti.
La misura arriva a causa di una serie di reclami da parte dei residenti, che si lamentano dell’aumento degli affitti a causa della crescente domanda da parte dei turisti.
Il sindaco di Palma è fiducioso che tale divieto, che sarà introdotto a luglio, potrebbe diventare un modello per tutte le città che hanno problemi a causa del turismo di massa.
Una petizione portata avanti dal Diario de Mallorca per chiedere la regolamentazione degli affitti aveva raccolto circa 6.000 firme.
Le associazioni di categoria sostengono però che questa misura possa avere un impatto finanziario non indifferente sull’economia dell’isola e sui posti di lavoro. A esserne colpiti non sarebbero solo i proprietari di case ma anche i ristoratori e gli esercizi commerciali in generale.
Palma, come molte altre città in tutto il mondo, ha assistito a un aumento del numero di visitatori dovuto in parte alla presenza di sempre più alloggi in affitto offerti attraverso siti web e app.
Secondo il comune di Palma di Maiorca, il numero di appartamenti senza licenza offerti ai turisti è aumentato del 50 per cento tra il 2015 e il 2017.
Come rivela il quotidiano spagnolo El País, solo 645 delle 11mila case vacanze offerte ai turisti a Palma hanno la licenza necessaria per farlo.
La massiccia presenza dei turisti ha fatto aumentare i canoni di affitto del 40 per cento dal 2013. Per i residenti locali questo non è l’unico problema, dal momento che il turismo di massa ha conseguenze anche sulla vivibilità dei luoghi a causa dei rumori molesti e del cattivo comportamento di molti.
“Palma è una città determinata e coraggiosa”, ha detto il sindaco Antoni Noguera.
“Ci siamo accordati su questo divieto basato sull’interesse generale della città e crediamo che rappresenterà una tendenza per altre città quando vedranno che trovare un equilibrio è fondamentale”, ha proseguito.
José Hila, direttore urbanistico di Palma, ha dichiarato: “Esiste un parallelo tra l’aumento degli affitti per le vacanze e l’innalzamento dei prezzi degli affitti. Tutte le città europee si stanno trasformando da un giorno all’altro: abbiamo bisogno di un po’ di ordine, ci saranno case vacanze a Palma, ma solo dove c’è bisogno”.
L’anno scorso Palma aveva già intrapreso misure per combattere l’affitto selvaggio, come ad esempio vietando la pubblicità di appartamenti senza licenza, con multe salate per proprietari e per le app che infrangevano le regole.
Barcellona ha intrapreso un’azione simile.
L’hanno scorso sono stati 82 milioni i turisti stranieri che si sono recati in Spagna, e in particolare in Catalogna e alle Baleari, che includono Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera.
Il problema degli affitti è comune a molti paesi del mondo, in particolare alle città d’arte e alle mete turistiche in generale. Negli ultimi anni trovare casa in affitto per studenti, lavoratori e anche famiglie sta diventando incredibilmente complicato. La domanda cresce, l’offerta fatica a tenere il passo. I prezzi sono sempre più alti e spesso non sono giustificati dallo stato degli immobili.
In Italia
Ma quali sono i motivi di questa difficoltà crescente? TPI aveva indagato il fenomeno relativamente all’Italia. Uno dei motivi è certamente il fatto che sempre più proprietari di case preferiscono affittare il proprio immobile a uso turistico, specialmente nelle città d’arte o nelle località di mare e montagna. Affittare a un turista permette di alzare i prezzi e di evadere più “facilmente” le tasse.
Ma questo fenomeno ha anche un altro risvolto, che sta trasformando completamente il volto dei centri abitati: le città, e in particolare i centri storici, si stanno svuotando di residenti, per lasciare il posto appunto ai turisti.
Com’è la situazione nel mercato dei bed & breakfast in Italia?
In Italia ci sono 25mila B&B, secondo il Rapporto B&B Italia 2016, e più del 72 per cento di questi si trovano tra centro e nord della penisola. Il numero è in crescita rispetto agli anni precedenti del 12 per cento per quanto riguarda le regioni settentrionali.
Secondo quanto dichiara Tecnocasa, agenzia immobiliare tra le più importanti in Italia, in alcune grandi città si comprano sempre più spesso immobili allo specifico scopo di trasformarli in bed & breakfast e affittarli ai turisti.
Realtà come Firenze e Roma avevano già anticipato questa tendenza, ma adesso il fenomeno si è allargato anche ad altre città come Napoli, Verona e Palermo.
A Napoli in soli tre anni la domanda di acquisto di immobili con finalità B&B è cresciuta dal 28 al 41 per cento, di pari passo con l’aumento dell’afflusso di turisti in città. A Palermo si sta verificando un trend simile, in particolare da quando la città è stata nominata capitale italiana della cultura 2018.
In Campania, oltre a Napoli, il fenomeno degli investitori che ricercano immobili da adibire a strutture ricettive extra alberghiere è presente in località estremamente turistiche come Sorrento, Castellabate, Amalfi o Positano. Altre località in Italia sono Gallipoli, in Puglia, Pula in Sardegna, o Gaeta nel Lazio.
Facendo una velocissima ricerca su Google ci si renderà immediatamente conto di quanti risultati vengano fuori su come ricavare il più possibile dal proprio immobile attraverso gli affitti di breve periodo. Oggi, il canone medio mensile di un immobile di 70 metri quadri a Roma è di 1.225 euro, contro i 1.166 di Milano, 921 di Firenze, 816 di Venezia, 752 di Bologna, 612 di Torino.
“L’offerta per gli studenti sta diminuendo, mentre la richiesta rimane alta e così i prezzi vanno alle stelle”, spiega Andrea Torti, di Link- coordinamento universitario, che racconta a TPI un’altra sfaccettatura particolare del fenomeno: sono gli stessi studenti che stanno iniziando ad affittare una stanza della casa a turisti per guadagnare qualcosa, di fatto togliendo il posto a un altro studente come loro.
Perché tanti piccoli proprietari preferiscono affittare i propri alloggi come B&B o Airbnb?
Le chiavi di lettura del fenomeno sono diverse. Soggiorni più brevi, pochi vincoli anche di legge, guadagni maggiori e molti comportamenti omissivi nei confronti del fisco.
“È chiaro che se un proprietario con locazioni brevi, solo nei fine settimana, ha redditi maggiori di una locazione abitativa normale, e sommando inquilini che rimangono solo qualche giorno ha possibilità di non dichiarare i redditi al fisco, sceglie questa tipologia”, spiega a TPI Antonio Falotico, segretario nazionale Sicet-Cisl.
Quello degli affitti destinati al mercato turistico è un fenomeno in forte crescita, in particolare nelle grandi città, in quelle con patrimoni storico-artistici e dove vi sono opportunità di lavoro. Hanno sicuramente favorito questa tipologia abitativa l’utilizzo della rete e i tantissimi portali che gestiscono l’affitto on-line, rendendo le procedure semplici ed immediate.
“In molte città stanno crescendo quotidianamente i cambi di destinazione tra la locazione abitativa e quella di breve durata e questo preoccupa. Le città si stanno trasformando da luoghi di aggregazione e vita delle comunità per tutti a delle Disneyland, dove le persone rimangono solo qualche giorno”.
L’esempio più preoccupante è quello di Venezia, senza più popolazione residente ma solo con turisti”, conclude.
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