L’associazione calcistica palestinese ha chiesto che Israele venga sospeso dalla Fifa, la federazione calcistica internazionale.
La richiesta è dovuta all’accusa rivolta alla federcalcio israeliana di discriminare i calciatori palestinesi nei territori occupati e di usare le proprie forze di sicurezza per interferire e compiere atti di violenza durante le partite del campionato di calcio palestinese.
La questione sarà portata il 29 maggio al congresso della Fifa a Zurigo, in Svizzera, e secondo il presidente dell’associazione calcistica palestinese, Jibril Rajoub, si potrebbe procedere in quell’occasione con un voto per la sospensione di Israele dalla federazione internazionale.
Il presidente della Fifa, lo svizzero Sepp Blatter, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian vorrebbe trovare un compromesso che porti a evitare il voto. Lo stesso Blatter si è recato martedì scorso a Gerusalemme per alcuni colloqui con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
La sospensione è una delle sanzioni più gravi che la Fifa possa imporre nei confronti di una federazione nazionale, e comporterebbe la squalifica di tutti i club e le rappresentative di Israele dalle competizioni internazionali.
Fino a oggi, gli unici due Paesi a essere stati sospesi dalla Fifa per ragioni simili sono stati il Sudafrica – durante l’apartheid – e la Iugoslavia.
Ofer Eini, presidente della federazione calcistica israeliana, ha difeso le relazioni con il mondo del calcio palestinese e ha insistito sul fatto che Israele non ha violato alcuna legge o regola e che sostiene e continuerà a sostenere il calcio palestinese.
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