Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Marcia del Ritorno: un contadino palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano

    La Marcia del Ritorno è stata organizzata dai palestinesi per chiedere il ritorno dei profughi nei territori che attualmente appartengono allo stato di Israele. Credit: Afp.

    Un carro armato di Tel Aviv ha affermato di aver sparato dopo attività sospette nei pressi di una barriera di sicurezza

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 30 Mar. 2018 alle 08:34 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:11

    Un contadino palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano il 30 marzo 2018 a Gaza, in Palestina, poche ore prima dell’inizio della Marcia del Ritorno, manifestazione organizzata dai palestinesi per chiedere il ritorno dei profughi nei territori che attualmente appartengono allo stato di Israele.

    Secondo le autorità di Gaza, la vittima è un uomo di 27 anni, identificato come Omar Samour, ucciso vicino a Khan Younis, nel sud dell’enclave palestinese.

    Testimoni oculari riferiscono che il contadino si trovava nella sua terra vicino al confine quando è stato ucciso.

    Un portavoce dell’esercito di Israele ha detto che un carro armato ha sparato a due sospetti dopo attività sospette nei pressi di una barriera di sicurezza.

    L’uccisione è avvenuta poche ore prima dell’inizio della Marcia del Ritorno, che prende il via in una data simbolo per i palestinesi.

    Il 30 marzo si celebra  la cosiddetta Giornata della Terra che segna l’espropriazione da parte del governo israeliano di terre di proprietà araba in Galilea, avvenuta il 30 marzo 1976.

    Le manifestazioni dureranno per sei settimane fino al 15 maggio, anniversario della fondazione di Israele, che i palestinesi definiscono “Nakba”, una catastrofe.

    La protesta, che secondo gli organizzatori, sarà pacifica, ha l’obiettivo di realizzare il “diritto al ritorno”, una richiesta palestinese secondo la quale i discendenti dei rifugiati che hanno perso le loro case nel 1948 possano ritornare alle proprietà della loro famiglia nei territori che attualmente appartengono a Israele.

    Il ministero degli Esteri israeliano ha affermato che la manifestazione è “un deliberato tentativo di provocare uno scontro con Israele” e che “la responsabilità di ogni scontro è esclusivamente di Hamas e di altre organizzazioni palestinesi partecipanti”.

    L’esercito di Tel Aviv ha dichiarato di aver schierato rinforzi al confine.

    Israele si oppone a qualsiasi ritorno di rifugiati su larga scala, dicendo che distruggerebbe il carattere ebraico del paese.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version