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    Chi governa davvero la Palestina

    Il leader palestinese Abu Mazen ha deciso di dimettersi dalla guida dell'Olp per convocare nuove elezioni dopo alcuni dissidi interni. Chi detiene il potere in Palestina?

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Apr. 2018 alle 13:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:11

    Mahmoud Abbas – anche noto con il nome di Abu Mazen – il 22 agosto ha annunciato di volersi dimettere dalla sua carica di presidente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), secondo quanto hanno riferito alcune fonti interne. Anche altri dieci dei 18 membri del Comitato esecutivo dell’Olp presenteranno le dimissioni.

    Le elezioni serviranno a rinsaldare la posizione di Abu Mazen e dei suoi alleati, che recentemente hanno ricevuto numerose critiche all’interno dell’Olp.

    Il voto inoltre mira a riaffermare la legittimità del leader palestinese: Abu Mazen infatti era stato eletto nel 2005 con un mandato di cinque anni, ma la sua carica è stata rinnovata in maniera automatica, senza ulteriori votazioni.

    Le elezioni potrebbero tenersi nel settembre del 2015, secondo quanto riferisce il New York Times. Il Consiglio nazionale palestinese, organo legislativo dell’Olp, dovrà tenere una riunione straordinaria per eleggere i membri del Comitato esecutivo, che a sua volta dovrà poi nominare il presidente.

    I politici dell’Olp che si sono dimessi – tra cui il leader ottantenne Abu Mazen – avranno la possibilità di ricandidarsi. 

    Il Consiglio nazionale dell’Olp non si riuniva dal 2009, quando decise di sostituire sei membri del Comitato esecutivo, in seguito alla loro morte.

    Un’altra sostituzione è avvenuta lo scorso primo luglio 2015: a causa di dissidi interni, Abu Mazen ha rimosso dal suo incarico Yasser Abed Rabbo, ex segretario del Comitato esecutivo dell’Olp. Al posto di Rabbo è stato nominato Saeb Erekat, braccio destro di Abu Mazen. Anche Erekat il 22 agosto ha dichiarato di volersi dimettere.

    L’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) 

    L’Olp è un’organizzazione politica e paramilitare, fondata nel 1964 con l’obbiettivo di raggruppare diversi movimenti che lottavano per l’indipendenza palestinese e la liberazione delle terre occupate da Israele. Inizialmente era un’organizzazione armata, ma dal 1988 ha deciso di negoziare pacificamente con Israele la creazione di due Stati.

    L’Olp è composto da un organo legislativo (Consiglio nazionale palestinese) e da diverse strutture amministrative, ma la maggior parte delle decisioni politiche spetta al Comitato esecutivo. La maggioranza dei membri dell’Olp appartiene a Fatah, movimento secolare di sinistra, e fino al 2004 l’organizzazione fu guidata dal fondatore di Fatah, Yasser Arafat.

    Negli anni l’Olp è diventata internazionalmente riconosciuta come l’organo rappresentativo del popolo palestinese. Il 13 settembre del 1993 l’Olp e Israele firmarono gli accordi di Oslo, primo trattato di pace siglato dall’inizio del conflitto nel 1948. Con questo patto, Israele accettò di ritirarsi da alcuni territori palestinesi e l’Olp creò una sua filiale – l’Autorità nazionale palestinese (Anp) – per amministrare i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. 

    Nel 1995 furono poi firmati gli accordi di Oslo II, con cui si suddivise il territorio della Cisgiordania in tre aree (A, B e C), alcune governate interamente dall’Anp e altre condivise con Israele. 

    Il 29 novembre del 2012 l’Onu ha riconosciuto l’Olp come Stato non-membro delle Nazioni Unite, con status di osservatore permanente. La risoluzione fu approvata con 138 voti a favore, 41 astenuti e nove contrari. I Paesi che si opposero furono Israele, gli Stati Uniti, Ie Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Palau, Panama e la Repubblica Ceca. 

    (Qui sotto il video di AJ+Labs: più di 134 Paesi nel mondo riconoscono lo stato palestinese a partire dal 1988. Ecco quali) 


    Dal gennaio 2013 l’Anp ha cambiato nome e nei documenti ufficiali viene definita Stato Palestinese. L’organizzazione è composta dal Consiglio legislativo palestinese, composto da 132 membri, e da un organo esecutivo.

    I poteri principali sono affidati al presidente dello Stato Palestinese – carica attualmente ricoperta da Abu Mazen – e al primo ministro, che guida un gabinetto di governo. Dal giugno del 2013, il premier palestinese è Rami Hamdallah, membro di Fatah. 

    Nel 2005 Abu Mazen ha sostituito Arafat alla guida non solo dell’Olp, ma anche dell’Anp. Fu eletto con il 62 per cento dei voti. Abu Mazen resta tuttora il suo presidente, perché ha deciso di dimettersi solamente dal Comitato esecutivo dell’Olp. 

    La rivalità tra Fatah e Hamas

    La presidenza di Abu Mazen è stata segnata dai forti contrasti tra le fazioni rivali Fatah e Hamas.

    – Fatah è un movimento politico laico, che si oppone alla lotta armata e gode del supporto della comunità internazionale. Dalla morte del leader palestinese Yaser Arafat, nel 2004, il movimento è guidato da Abu Mazen. Fu fondato agli inizi degli anni Sessanta e ha sede a Ramallah, in Cisgiordania.

    – Hamas è invece un movimento radicale islamico, con un proprio braccio armato. Le origini risalgono agli anni Settanta ma fu fondato ufficialmente nel 1987, quando cominciò l’insurrezione palestinese nota con il nome di prima intifada.

    Nel 2006 le elezioni legislative nello Stato palestinese furono vinte da Hamas, con il 44 per cento dei voti. La fazione rivale, Fatah, ottenne invece il 41 per cento. Hamas riscosse particolare successo nella Striscia di Gaza, mentre Fatah confermò la sua popolarità in Cisgiordania.

    Il risultato elettorale scatenò le preoccupazioni di Unione europea e Stati Uniti, che classificano Hamas come organizzazione terroristica. Gli aiuti umanitari verso la Palestina furono sospesi e furono imposte delle sanzioni.

    Il presidente palestinese Abu Mazen decise di convocare elezioni anticipate, in quello che Hamas definì un vero e proprio colpo di stato. Tra il gennaio 2006 e il maggio del 2007 si intensificarono gli scontri tra le due fazioni rivali, che degenerarono in una guerra civile, in cui morirono oltre 600 palestinesi. 

    Da allora la Palestina è de facto un Paese diviso: Hamas continua a controllare la Striscia di Gaza, nonostante il suo governo non sia riconosciuto dalla comunità internazionale, mentre Fatah amministra la Cisgiordania. I tentativi dell’Egitto di negoziare una tregua tra le due fazioni non hanno finora portato ad alcun accordo duraturo.

    Il 2 giugno del 2014 Fatah e Hamas hanno formato un governo di unità nazionale, che è stato sciolto dopo poco più di un anno, il 17 giugno 2015.

    Il premier palestinese Rami Hamdallah ha presentato le dimissioni al presidente Abu Mazen, in seguito alle rivelazioni sulle trattative segrete di Hamas con Israele.

    Questi negoziati, in cui si discuteva una possibile tregua con la mediazione di altri Paesi, secondo Hamdallah confermano “l’impossibilità di governare a Gaza”. 

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