I Paesi Bassi hanno votato sull’accordo di partnership commerciale tra l’Unione Europea e l’Ucraina, esprimendosi contro la sua ratifica (il 61,1 per cento ha votato No, mentre il 38,1 per cento ha votato Sì), mercoledì 6 aprile 2016.
Il risultato del referendum consultivo, cui ha partecipato il 32,2 per cento degli aventi diritto (la soglia minima è il 30 per cento), mette in imbarazzo il governo olandese che aveva già approvato l’accordo associativo, pur non essendo vincolante.
Si tratta in realtà di una manifestazione di malcontento nei confronti dell’Ue di più ampia portata.
Infatti, il referendum era stato promosso dal movimento degli euroscettici che fin dall’inizio avevano sottolineato come, al di là della questione specifica, il voto avrebbe dato un segnale chiaro rispetto alla disaffezione degli olandesi nei confronti dell’Unione Europea e delle sue istituzioni.
Al contrario, i fautori del Sì, avrebbero preferito che la questione rimanesse inerente ai rapporti tra l’Ue, l’Ucraina e la Russia.
Il voto olandese arriva a tre mesi dal referendum britannico sulla Brexit, che minaccia di creare una pericolosa crepa nella delicata struttura dell’Unione, e sicuramente non può che preoccupare i leader europei che affrontano la crisi di migranti e l’instabilità economica con ben poca unità e comunione di vedute.
Al contrario, il premier russo Dmitry Medvedev ha accolto con favore la notizia. Infatti, il governo di Mosca si era sempre opposto a un accordo economico tra l’Unione Europea e Kiev.
Amsterdam dovrà ora discutere la questione e decidere quale peso dare al risultato del referendum, mentre gli altri 27 paesi membri dell’Ue hanno tutti già ratificato l’accordo associativo con l’Ucraina.