Due papà – uno dei quali transgender – hanno messo al mondo un figlio, il loro primo figlio biologico. Trystan Reese e Biff Chaplow, sono già genitori di due figli adottivi ma hanno sempre desiderato un bambino loro. La gravidanza è stata portata avanti da Trystan, biologicamente donna, interrompendo l’assunzione di testosterone e ormoni maschili.
Dopo aver sperimentato un aborto a sei settimane, la coppia temeva di non riuscire ad avere la possibilità di mettere al mondo un figlio biologico. I due si sono rivolti a un ginecologo per spiegare la propria situazione e avere consigli su come gestire la gravidanza.
Non è certamente la prima volta che un transessuale partorisce un bambino, ma la storia di Trystan e Biff, molto attivi sui social network, ha creato molto scalpore sia in Canada che all’estero. I genitori avevano già due figli adottivi, nipoti biologici di uno dei due, affidati alla coppia per sfuggire a una situazione di abusi ed evitare che finissero in affido ad altri.
Biff ha intrapreso la terapia ormonale 13 anni fa, come ha raccontato a Vice Canada in una lunga intervista di alcune settimane fa.
“Ho smesso di prendere il testosterone. Ho fatto la terapia per così tanto tempo che la maggior parte degli effetti fisici non sono scomparsi. La mia voce non è cambiata e la mia barba non è caduta. Ho ancora i tratti maschili, ma sono rimasto incinta”, ha detto Trystan a Vice.
“Molti uomini transgender che conosco hanno partorito dei bambini. Sono alcune delle mie persone preferite e che considero i miei modelli. Sono persone buone, gentili, care e amorevoli che hanno attraversato questo processo. Ma è complicato”, ha risposto alla domanda su come si conciliasse l’essere incinta con l’identità di genere da uomo.
“Il mio compagno mi aveva avvertito che se avessimo raccontato la nostra storia le cose sarebbero potute diventare pericolose per noi. Ma non ci avevo veramente creduto fin quando non lo sono diventate davvero. Le cose più spaventose sono state i messaggi di alcune persone che ci hanno detto che siamo disgustosi e che si augurano che il bambino muoia, piuttosto che vivere nella nostra famiglia. ‘Questo non è un uomo, questa è una signora barbuta, è un circo’”, ha raccontato ancora, aggiungendo di temere in particolare i gruppi neo nazisti e suprematisti, che hanno indotto la coppia a mettere serrature aggiuntive alla porta e a stare attenti in pubblico.
“Mi aspettavo un sacco di attacchi dalla comunità trans e dalla comunità LGBT. Pensavo che altri trans uomini, in particolare, avrebbero detto: ‘Fai confondere le persone, rendi tutto più difficile per noi, vogliamo che le persone ci accettino come uomini’. Invece è stato tutto il contrario”, ha spiegato ancora.