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    Il padre del pilota mette in dubbio la versione ufficiale sullo schianto dell’aereo Germanwings

    Il 24 marzo 2015 un aereo della compagnia tedesca si è schiantato contro le montagne francesi, causando la morte delle 150 persone a bordo

    Di TPI
    Pubblicato il 24 Mar. 2017 alle 15:09 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:07

    A due anni dalla tragedia dell’aereo Germanwings precipitato nel sud della Francia portando alla morte di tutte le 150 persone a bordo, Guenter Lubitz, il padre del copilota, ha espresso i suoi dubbi sul fatto che il figlio abbia intenzionalmente fatto schiantare l’aereo per commettere un suicidio. Il padre ha dichiarato in conferenza stampa di essere alla ricerca della verità per ricostruire quanto avvenuto il 24 marzo 2015.

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    “Nei sei anni precedenti all’incidente noi abbiamo sempre visto nostro figlio come una persona felice e piena di vita. Al momento dello schianto nostro figlio non era un suicida”, ha detto Guenter Lubitz ai giornalisti venerdì 24 marzo 2017.

    Secondo gli investigatori il copilota Andreas Lubitz ha chiuso il capitano fuori dalla cabina di pilotaggio e ha deciso di far precipitare l’aereo A320 che andava da Barcellona a Duesseldorf contro le montagne francesi.

    Secondo i giudici Lubitz soffriva di un disordine mentale con sintomi psicotici che lo avrebbero portato a pensieri suicidi. Disturbi che ha nascosto al suo datore di lavoro, facente parte del gruppo Lufthansa. 

    Il padre del copilota ha deciso di farsi aiutare nella sua ricerca della verità da un giornalista esperto di aviazione e ha dichiarato che non ci sono prove inconfutabili che possano dissipare i suoi dubbi su quanto avvenuto. 

    Il giornalista, Tim van Beveren, ha sostenuto che non ci sono prove che dimostrino il motivo per cui l’altro pilota non sia stato in grado di rientrare nella cabina, che la turbolenza non abbia costretto Lubitz a volare ad altitudini minori e che non è stato provato che il copilota fosse conscio durante la discesa. 

    Secondo van Beveren sono necessarie ulteriori indagini, anche se non ha una teoria alternativa da illustrare ad ora.

    Il padre di Lubitz ha parlato venerdì 24 marzo 2017 per la prima volta dallo schianto dell’aereo: “Abbiamo dovuto convivere con il fatto che nostro figlio è stato descritto come un assassino di massa dai media”, ha esordito in conferenza stampa. 

    Le parole del padre del copilota sono state criticate dai parenti delle vittime dello schianto. Elmar Giemulla, avvocato di alcuni di loro, ha parlato di azioni “irresponsabili”. “Immagino che Lubitz voglia proporre una teoria che assolva il figlio da ogni responsabilità”, ha dichiarato il legale al giornale tedesco Rheinische Post

    I giudici tedeschi hanno concluso a inizio 2017 che nessun altro oltre a Lubitz può essere considerato responsabile per lo schianto. e che non ci sono ragioni per riprendere le indagini. 

    “Lo schianto è avvenuto a causa di una azione intenzionale del copilota. Non ci sono sufficienti prove di altre cause dell’incidente e difficilmente è immaginabile che ce ne possano essere”, ha detto il giudice Christoph Kumpa all’agenzia di stampa Reuters.

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