La famiglia di Otto Warmbier, lo studente statunitense tenuto 18 mesi prigioniero in Corea del Nord con l’accusa di atti ostili verso il loro paese (aveva cercato di rubare un poster del presidente Kim Jong-un) e rilasciato nel giugno 2017 in coma, ha dichiarato di non credere alla versione di Pyongyang sulle ragioni delle condizioni di salute del figlio.
Secondo le autorità nordcoreane, Warmbier sarebbe precipitato in coma dopo aver contratto il botulismo a causa di una pillola per il sonno presa nel marzo 2016 e sarebbe stato fatto rientrare negli Stati Uniti per ragioni umanitarie. Fred Warmbier, padre dello studente 22enne, ha però reso noto che il figlio ha un grave danno neurologico e di non credere alla versione di Pyongyang.
Secondo il padre, Warmbier sarebbe infatti stato tenuto nel terrore e brutalizzato per 18 mesi dal regime nordcoreano. Il ragazzo era stato condannato a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di atti ostili verso la Corea del Nord.
Attualmente ci sono altri due cittadini statunitensi tenuti prigionieri in Corea del Nord.