L’idea di uno Stato palestinese e quindi di una soluzione al conflitto mediorientale è ancora molto lontana. Naftali Bennett, ministro israeliano del Lavoro e del Commercio e leader del partito nazionalista religioso ‘Focolare ebraico’ ha escluso queste possibilità.
“Mai così tanta gente ha investito tanta energia in qualcosa di così inutile”, ha dichiarato Bennett. Le dichiarazioni arrivano poco dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito il suo sostegno al segretario di Stato americano John Kerry che sta cercando di ristabilire dei negoziati con i palestinesi.
E proprio in vista di una nuova missione di pace di Kerry nella regione, Bennett ha dato il via alla nuova polemica: “L’idea di uno Stato palestinese ha raggiunto un punto morto ed è priva di senso”. Queste ultime dichiarazioni sono state registrate dall’Autorità nazionale palestinese e in particolare dal capo negoziatore Saeb Erekat come “la proclamazione della morte della soluzione dei due Stati”.
Erekat ha sottolineato che “Diverse personalità politiche israeliane hanno fatto dichiarazioni apertamente contrarie alla soluzione dei due Stati basata sui confini del 1967. Questi non sono fatti isolati ma sono la conferma di una piattaforma politica basata su idee estremiste”.
“Oggi – ha aggiunto Bennett – 400 mila israeliani vivono in Giudea e Samaria e altri 250 mila a Gerusalemme est. Circa il 10 per cento degli israeliani vivrebbe dentro i confini di un eventuale Stato palestinese. Una soluzione impossibile”.
Così, Bennett propone la sua idea: “La cosa più importante per la terra d’Israele è costruire, costruire e costruire. Gli israeliani devono espandersi”.
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