Il voto referendario in Turchia “non è stato all’altezza” degli standard internazionali. Gli osservatori dell’Osce, l’organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa in missione nel paese, hanno espresso la loro critica nei confronti dello svolgimento della consultazione referendaria del 16 aprile.
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La vittoria del sì con poco più del 51 per cento dei voti consegna di fatto a Erdogan enormi poteri di controllo su diversi segmenti dello stato. Gli osservatori internazionali, però, hanno definito inadeguato il contesto legale nel paese perché si svolgesse un processo genuinamente democratico. A parlare in conferenza stampa è stato Cezar Florin Preda, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
I delegati europei hanno fatto riferimento anche alla decisione del comitato elettorale turco di ritenere validi i voti espressi su schede non timbrate. Anche le principali forze di opposizione in Turchia hanno denunciato brogli nelle operazioni di voto e ne hanno chiesto l’annullamento.
Intanto Erdogan ha celebrato la sua vittoria all’aeroporto di Ankara salutando la folla: “Ho combattuto contro le nazioni potenti del mondo che mi hanno attaccato con una mentalità da crociati. Non ci siamo arresi. Abbiamo resistito come una nazione”, ha detto.
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