Già nel febbraio 2017 la piattaforma di appartamenti in affitto Airbnb aveva approfittato dell’evento televisivo più seguito dell’anno negli Stati Uniti, il Super Bowl, per diffondere uno spot pubblicitario dedicato all’accoglienza dei rifugiati.
In contemporanea, sul sito della compagnia era stato diffuso un comunicato in cui si annunciava l’idea di creare una piattaforma in cui gli iscritti potessero concretamente fare qualcosa per aiutare chi è in fuga da guerra, fame e altre calamità.
Gli amministratori delegati avevano scritto: “Crediamo nella semplice idea che, indipendentemente da chi siamo, da dove veniamo, da chi amiamo o a chi indirizziamo le nostre preghiere, noi tutti dobbiamo avere la possibilità di sentirci a casa. […] Oggi ci siamo fissati l’obiettivo di fornire alloggi a breve termine a 100.000 persone che ne hanno bisogno.
Inizieremo dai rifugiati, dai superstiti e dai volontari, anche se nel corso del tempo desideriamo dare un aiuto a molte altre categorie di persone. Lavoreremo con gli host della nostra community per fare in modo che chi si trova in queste condizioni possa trovare non solo un luogo dove stare, ma anche una rete sociale dove poter interagire con gli altri, dove sentirsi rispettato e nuovamente parte di una community”.
Ora quel progetto è diventato realtà, e come annunciato negli ultimi giorni sul sito di Airbnb, è ora a disposizione degli utenti una piattaforma che permetterà di rispettare quell’impegno, ossia condividere gratuitamente delle sistemazioni con rifugiati e sfollati di ogni parte del mondo.
È possibile visitare la sezione del sito dedicata a questa iniziativa e mettere a disposizione un alloggio per chi ne abbia bisogno, con la collaborazione di agenzie di sostegno riconosciute dal governo.
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