Il presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega, si avvia verso il suo terzo mandato consecutivo alla guida del paese centramericano, dopo che i risultati parziali alle elezioni di domenica 6 novembre hanno evidenziato una schiacciante maggioranza in suo favore.
Con il 66 per cento delle schede scrutinate, infatti, l’ex combattente si è assicurato circa il 72 per cento dei voti. Dopo l’annuncio, centinaia di membri del Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln), il partito politico di ispirazione marxista guidato da Ortega, sono scesi in piazza per festeggiare la vittoria.
Il principale rivale di Ortega è Maximino Rodriguez, candidato del Partito liberale costituzionalista (Plc), che secondo i risultati parziali si è aggiudicato solo il 14 per cento dei voti.
Al contrario di molti leader latinoamericani che hanno perso consensi negli ultimi mesi, Ortega gode di una forte popolarità dovuta alla stabilità economica e ai programmi di welfare che ha messo in atto in questi anni. Ad affiancarlo nella corsa alla presidenza c’è la moglie Rosario Murillo che corre come vicepresidente.
Gli oppositori hanno accusato Ortega di manipolare il sistema politico per rimanere al potere costruendo una “dittatura familiare” e di soffocare le forze d’opposizione.
Ortega si è affermato come leader del movimento sandinista che ha rovesciato il dittatore Anastasio Somoza nel 1979. Ha poi guidato il paese negli anni Ottanta, quando la guerra civile tra i rivoluzionari e i ribelli Contras, i gruppi armati appoggiati dagli Stati Uniti, ha provocato circa 30mila vittime e ha causato una profonda crisi economica nel paese.
Dopo aver perso le elezioni del 1990, Ortega ha rischiato di scomparire dalla scena politica del Nicaragua. Ma nel 2006 è stato eletto presidente ed è rimasto alla guida del paese per un decennio.
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