La mattina di sabato 18 marzo un uomo è stato ucciso dalle forze di sicurezza presso l’aeroporto di Orly, a sud di Parigi, mentre cercava di impossessarsi del fucile di un militare di pattuglia. Al momento le autorità francesi stanno indagando sull’accaduto, ma cosa sappiamo finora su questo episodio?
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AEROPORTO DI ORLY, ORE 8:30
Intorno alle ore 8:30 un uomo di 39 anni, all’interno del terminal 1 dell’aeroporto di Orly, ha cercato di impossessarsi del FAMAS – un fucile d’assalto di produzione francese – in dotazione a un militare di pattuglia presso lo scalo nell’ambito dell’operazione Sentinelle, operativa dal 2015 dopo gli attentati contro la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. L’uomo è stato dunque colpito dagli spari di alcuni militari che lo hanno ucciso.
Nessun altra persona è rimasta uccisa o ferita nell’episodio, come riportato anche dal portavoce del ministero dell’Interno Pierre-Henry Brandet.
In seguito a questo fatto, circa 3mila persone sono state evacuate dall’aeroporto di Orly e i voli in arrivo e in partenza sono stati sospesi per diverse ore. Numerosi voli in arrivo sono stati fatti atterrare nell’aeroporto di Roissy per evitare una totale congestione del traffico aereo.
COSA ERA SUCCESSO PRIMA? GARGES-LE-GONESSE, ORE 7
Cosa era successo prima che l’uomo arrivasse all’aeroporto di Orly? Alle ore 7 di mattino a Garges-le-Gonesse, nei pressi di Saint-Denis, a nord di Parigi, alcuni poliziotti fermano un automobile per un controllo stradale di routine. La persona al volante dell’auto apre il fuoco contro di loro, ferendo uno di essi. Da lì l’uomo sarebbe fuggito, arrivando a Vitry-sur-Seine, dove avrebbe rubato un’auto con cui si sarebbe recato a Orly.
Sotto: il viaggio compiuto dall’uomo ucciso a Orly
COSA SAPPIAMO DELL’UOMO UCCISO A ORLY?
La polizia al momento ha reso noto solo parzialmente il nome dell’uomo che ha sparato all’aeroporto di Orly, identificandolo come Zyad B., di 39 anni. L’uomo avrebbe diversi precedenti per reati comuni, come il traffico di droga e la rapina a mano armata. Secondo Le Figaro, l’uomo sarebbe stato monitorato dalle autorità francesi perché temevano che in carcere si fosse avvicinato ad ambienti legati all’Islam radicale.
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