Un rapporto pubblicato dall’organizzazione umanitaria Street Child ha rivelato che più di 12 mila bambini in Sierra Leone sono rimasti orfani a causa dell’Ebola.
Si tratta della prima indagine condotta sugli orfani da parte di un’organizzazione britannica e mostra l’impatto devastante della malattia sulla vita dei bambini che sono sopravvissuti alla diffusione del virus.
Il rapporto si concentra sul futuro difficile che dovranno affrontare questi bambini. Alcuni di loro, respinti dai loro amici a causa dei forti pregiudizi che circondano l’Ebola, hanno cercato di togliersi la vita, mentre le ragazze sono spesso costrette a prostituirsi per sopravvivere.
Martha Sesay, una ragazza di 17 anni originaria di Kailahun, a est della Sierra Leone, ha perso entrambi i genitori e un fratello quattordicenne. È rimasta da sola a occuparsi della famiglia con il suo fratello gemello e una sorella di 11 anni. Durante i 21 giorni di quarantena, uno dei soldati di guardia della zona ha fatto irruzione nella sua casa e ha tentato di violentarla.
“È sorprendente il fatto che una famiglia vulnerabile in cui i capifamiglia sono bambini, che non vive in una zona rurale, ma nella seconda città della Sierra Leone, non abbia ricevuto nessuna assistenza esterna – il che mostra il limite della risposta data oggi all’Ebola”, si legge nel rapporto dell’organizzazione.
Street Child si è inoltre imbattuta nel caso dei 28 bambini nati dalle tre mogli di un farmacista di Makeni che ha contratto l’Ebola ed è morto. Lui era l’unico capifamiglia, e a seguito di ulteriori indagini è risultato che fosse di supporto a 52 persone nella sua comunità.
Tom Dannatt, direttore esecutivo di Street Child, ha detto che l’entità del disastro non ha precedenti dalla fine della guerra civile. Secondo lui, era comprensibile che l’attenzione internazionale fosse focalizzata sulla lotta alla malattia, ma ora che la fine dell’epidemia è vicina, gli “orfani dell’Ebola dovrebbero essere i primi ad essere aiutati”.
L’epidemia di Ebola in Sierra Leone è iniziata nel maggio 2014 e ha interessato ogni regione del Paese. Il 31 luglio 2014 è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Per fermare la diffusione del virus è stata disposta la chiusura di tutte le scuole e la quarantena delle persone colpite dalla malattia.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, su un totale di quasi 11 mila casi clinici di Ebola registrati, si è contato un totale di 3 mila e 350 morti in Sierra Leone. La trasmissione del virus è attualmente più diffusa nella parte occidentale del Paese, compresa la capitale Freetown, il distretto di Port Loko e quello di Kambia.
Port Loko, un distretto rurale a nord di Freetown, è stato identificata come l’epicentro della crisi degli orfani. Con quasi 3 mila e cinquecento orfani registrati, ha un numero pari a quello degli orfani dei tre distretti più vicini messi insieme.
A parte la sopravvivenza giorno per giorno, una delle più grandi sfide che si prospettano per gli orfani è l’educazione. Le scuole dovrebbero riaprire il 30 marzo e, anche se molti vorrebbero ottenere una formazione, alcuni di loro non saranno in grado di farlo dal momento che hanno assunto il ruolo di capifamiglia.
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