Un ordigno esplosivo artigianale è stato trovato nel pomeriggio all’interno del parlamento macedone, dove giovedì 27 aprile si sono registrati violenti scontri dopo l’irruzione nell’edificio di manifestanti conservatori, contrari a una maggiore apertura alla minoranza albanese.
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Come riferiscono i media locali, la polizia indaga sull’episodio che fa ulteriormente aumentare la tensione a Skopje. Il ministero dell’interno ha reso noto che altre cinque persone sono state incriminate per gli incidenti di giovedì in parlamento, portando a 20 il totale.
Il 2 maggio nella capitale si è tenuta una nuova manifestazione di sostenitori del fronte conservatore, la 65esima da quando sono iniziate le proteste. I manifestanti chiedono al presidente macedone Gjorgje Ivanov di restare fedele al giuramento fatto con la sua entrata in carica e di preservare la sovranità della Macedonia, non cedendo ai tentativi di allargare l’autonomia e lo spazio di azione della minoranza albanese.
Gli europarlamentari Eduard Kukan, Knut Flekenstein e Ivo Vaigl hanno lanciato un appello al presidente Ivanov affinché rispetti la volontà della maggioranza parlamentare – formata dal leader dell’opposizione socialdemocratica Zoran Zaev all’interno di una coalizione con i partiti della minoranza albanese – affermando di attendersi un nuovo governo a Skopje entro le prossime due settimane.
L’accordo di coalizione raggiunto da Zaev viene considerato troppo sbilanciato. Il leader del partito conservatore, Nikola Gruevski, continua a premere per nuove elezioni anticipate, dopo quelle che si sono svolte l’11 dicembre 2016.
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