Opposizione siriana dialogo con Assad
Alti esponenti dell’opposizione siriana in esilio sono stati l’obiettivo di un attentato compiuto in uno dei valichi di frontiera tra Siria e Turchia e costato la vita ad almeno 13 persone.
Da qualche giorno l’opposizione è pronta al dialogo con il presidente Bashar al Assad. Il leader dell’opposizione Muaz al Khatib, che già ha incontrato al Cairo l’inviato della comunità internazionale Lakhdar Brahimi, ha dato la sua disponibilità per trovare un compromesso con il regime e raggiungere un accordo di pace. Tutto questo deve avvenire attraverso le dimissioni di Assad ”con il minimo spargimento di sangue”, ha detto Khatib.
Una delle condizioni poste dall’opposizione, rappresentata dalla Coalizione nazionale siriana, era la liberazione di migliaia di ribelli detenuti in carcere. Secondo Khatib il regime ha perso una “rara opportunità” quando ha rifiutato di rilasciare i prigionieri, ma si sente “moralmente costretto a continuare i negoziati per l’uscita di scena pacifica di Assad”.
Il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha affermato che l’opposizione è libera di partecipare all’iniziativa di dialogo del governo, purché avvenga a Damasco e “senza precondizioni o pressioni sul presidente”. In un’intervista in tv, Mekdad ha suggerito che l’opposizione sta cambiando strategia “perché la resistenza armata è fallita”. Lakhdar Brahimi ha invitato Khatib a perseguire i suoi sforzi nell’offrire accordi di pace ai rappresentanti del governo.
Il regime però sembra non intenzionato a dialogare con l’opposizione. Ricevendo una delegazione giordana a Damasco Bashar ha affermato che “la Siria rimarrà il cuore pulsante del mondo arabo e non cederà alle pressioni esterne”.