Sei operatori della Croce Rossa sono stati uccisi e altri due risultano dispersi in seguito a un attacco rivendicato dall’Isis nel nord dell’Afghanistan. A riferirlo è stata la stessa organizzazione umanitaria mercoledì 8 febbraio 2017. Il personale, del quale non sono state rese note né identità né nazionalità, era impegnato nella provincia di Jowjzan, una regione particolarmente instabile.
Cinque operatori umanitari e tre autisti stavano trasportando aiuti e rifornimenti verso una zona colpita duramente dalle nevicate degli ultimi giorni quando sono finite sotto il fuoco dei miliziani estremisti. Il capo della polizia locale ha dichiarato di aver ripetutamente invitato le squadre della Croce Rossa a non recarsi nelle zone dove è nota la presenza dell’Isis.
A dicembre del 2016 un altro operatore spagnolo della Croce Rossa era stato rapito mentre era in viaggio con alcuni colleghi tra Mazar-e-Sharif e Kunduz, zona con una forte presenza del gruppo estremista dei Taliban. Fu rilasciato un mese dopo, ma non è mai emerso né come sia stato liberato né chi lo avesse sequestrato.
Negli ultimi anni, e specialmente da quando la maggior parte delle truppe internazionali della Nato hanno lasciato il paese nel 2014, gli operatori umanitari sono rimasti vittima delle violenze scatenate dai miliziani.
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