Un operatore umanitario australiano è rimasto ucciso nel
nord dell’Iraq in seguito all’esplosione di una bomba piazzata dai miliziani
dell’Isis.
L’uomo lavorava per l’organizzazione non governativa Swiss
Foundation for mine Action (Fsd) nella regione di Daquq, circa 200 chilometri a
nord di Baghdad.
Il sedicente Stato islamico è stato costretto a lasciare la
regione l’anno scorso ma si è lasciato alle spalle centinaia di ordigni
esplosivi fatti in casa.
La vittima era impegnata nelle operazioni per il disinnesco
di uno di questi ordigni, una bomba contenente circa 7 chilogrammi di
esplosivo, quando essa è deflagrata. La famiglia ha chiesto di non diffondere il nome dell’operatore
umanitario.
La Fsd ha rimosso circa 500 ordigni nella regione di Daquq,
nella quale ha cominciato a operare circa due mesi fa. Il team dell’Ong è
costituito da operatori stranieri e forze curde che detengono il controllo dell’area
ma non hanno le competenze per provvedere alla rimozione e al disinnesco delle
bombe seminate dall’Isis.