Il numero di civili morti nel conflitto che ancora sconvolge l’Afghanistan ha raggiunto un livello record nei primi sei mesi del 2018, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite.
Da gennaio sono stati registrati 1.692 morti nel paese, molti dei quali causati da attacchi militari e suicidi.
Il documento firmato dalle Nazioni Unite è stato pubblicato poco dopo la morte di 7 civili a seguito di un attentato davanti al palazzo del ministero dello Sviluppo rurale, nella città di Kabul.
Gli attacchi avvenuti di recente nel paese e portati avanti dai talebani e dallo Stato islamico sono stati la maggior causa dell’incremento delle morti civili in Afghanistan.
Il conflitto è iniziato nel 2001 e il numero di vittime riportato dall’Onu è il più alto mai registrato prima a partire dal 2003, quando l’Organizzazione ha iniziato a registrare le vittime della guerra.
Nel rapporto, stilato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), si legge che il numero di morti è aumentato dell’1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Tuttavia, si specifica nel rapporto, in generale i feriti sono diminuiti del 5 per cento, arrivando a 3.430, e il numero totale di vittime civili è sceso del 3 per cento, toccando le 5.122 persone.
Il bilancio record delle vittime è arrivato dopo uno storico cessate il fuoco stabilito tra le forze di sicurezza afghane e i talebani il mese scorso in occasione della festa di Eid al-Fitr,che segna la fine del mese del Ramadan.
Era la prima volta dall’invasione americana del 2001 che i talebani non dichiaravano una tregua, anche se soltanto di pochi giorni.
Entrambe le parti si sono impegnate a rispettare l’accordo.
All’inizio del mese di luglio, i leader della Nato si sono riuniti in un vertice a Bruxelles per discutere del conflitto in Afghanistan.
Gli Stati Uniti hanno detto che stanno pensando di rivedere la loro presenza nel paese un anno dopo che il presidente Donald Trump ha accettato di continuare a prendere parte al conflitto.