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    Nazionalisti di tutto il mondo unitevi: l’onda nera travolge la Polonia e Forza Nuova è in prima fila

    Dalle marce nazionaliste con Forza Nuova all’esercito schierato al confine contro i migranti. Viaggio nella deriva estremista della Polonia, culla europea del neofascismo. Il racconto dell’inviata di TPI a Varsavia

    Di Giulia Cerino
    Pubblicato il 22 Nov. 2021 alle 07:05

    Lappuntamento è sotto il palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia, ledificio più alto del Paese (quarantadue piani) costruito negli anni Cinquanta per volere di Stalin. A mezzogiorno, il piazzale è già pieno di gente. In fondo hanno parcheggiato gli autobus colmi di polacchi vestiti di rosso e bianco – i colori della bandiera – e venuti da tutti i voivodati per celebrare lorgoglio nazionale. È l11 novembre. Si festeggia lanniversario della conquista dellindipendenza della Polonia dopo un secolo di sottomissione alla Prussia, allImpero Austro-Ungarico e alla Russia.

    È un giorno di festa ma anche unoccasione per mostrare al mondo di che pasta è fatta la nazione: una, sovranista, bianca e cattolica. Insomma, quel Dio, patria e famiglia” che in Italia suona subito come fascista. In Polonia invece si chiamano nazionalisti”, anzi meglio: patrioti”. E non sono soli.

    Alla manifestazione partecipano anche tanti camerati venuti per festeggiare la nazione polacca da varie altre parti dEuropa. In marcia ci sono infatti i nazionalisti lettoni, gli inglesi e gli ungheresi del Hvim (Sixty-Four Counties Youth Movement). Soprattutto ci sono loro, gli ospiti donore: gli italiani di Forza Nuova. E vedeste come se la comandano. «Qui ci vogliono bene e ci rispettano, non come in Italia», spiega Andrea, che si definisce fascista e porta fiero la bandiera del suo partito.

    Mi faccio largo tra la folla e raggiungo la testa del corteo. Al mio appello manca ancora qualcuno ma sono abbastanza sicura di trovarli lì davanti a tutti. E infatti, eccoli. Compattissimi e vestiti di nero. Al megafono urlano in coro: «Colpisci i liberali, gli anarchici e i froci». «Fuori dallUnione europea».

    Eppure i sentimenti anti-europei non si limitano alle frange più estreme e colorite del nazionalismo polacco ma arrivano – almeno a parole – ai massimi vertici della politica, che ha costruito le proprie fortune su un successo economico alimentato dai fondi dellUe. Dalladesione alla comunità europea, Varsavia è infatti la maggior beneficiaria delle risorse dell’Unione.

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