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    Svizzera, l’omofobia è reato: sarà punita come il razzismo

    Festeggiamenti in Svizzera Credit: Ansa

    Al referendum oltre il 63 per cento degli elettori elvetici hanno approvato la nuova legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 10 Feb. 2020 alle 08:46

    Svizzera, l’omofobia è reato: sarà punita come il razzismo

    La Svizzera dà un chiaro segnale contro l’omofobia. Chiamati ad esprimersi in un referendum, gli elettori elvetici hanno approvato con una maggioranza di oltre il 63 per cento la nuova legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Una norma contestata invece da conservatori e populisti che hanno messo in guardia dal rischio di “censura” e di attentato “alla libertà di espressione e di coscienza”.

    La legge approvata mira a proteggere le persone Lgbt ed estende all’orientamento sessuale le disposizioni dei Codici penale e penale militare che già puniscono la discriminazione e l’incitamento all’odio a causa della razza, dell’etnia o della religione con una pena detentiva fino a tre anni o una pena pecuniaria.

    Nel Canton Vaud il sì alla legge ha raggiunto l’80,2 per cento, a Ginevra il 76,3 per cento e a Zurigo il 63,5 per cento. Solo tre piccoli cantoni germanofoni del centro e dell’est del Paese hanno registrato una maggioranza di misura al ‘no’.

    “Oggi non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali ad essere rafforzati, ma quelli di tutte le minoranze”, ha esultato la co-presidente dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche, Salome Zimmermann. Per il promotore della nuova norma, il parlamentare socialista Mathias Reynard, il sostegno popolare alla norma anti-omofobia è “un magnifico segnale” per tutte le persone interessate.

    “L’odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese”, ha aggiunto citato dai media elvetici. La sua iniziativa parlamentare contro l’omofobia era stata depositata nel 2013 e ha affrontato un percorso parlamentare di sette anni prima di essere approvata dal Parlamento nel 2018. Il testo in votazione era appoggiato dal governo e dalla maggioranza dei partiti.

    Il referendum contro la legge, all’origine dell’odierna votazione popolare, era stato invece lanciato da un comitato composto in particolare da rappresentanti dell’Unione democratica federale (Udf), piccolo partito conservatore che sostiene di difendere i valori cristiani, e dalla sezione Giovani dell’Unione democratica di Centro (Udc, destra nazionalista).

    “Continueremo a difendere i valori cristiani”, ha dichiarato il presidente dell’Udf, Hans Moser, sconfitto alle urne. Il suo partito intende battersi in futuro contro il “matrimonio per tutti” e contro l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.

    La nuova norma punisce le offese pubbliche e la discriminazione in base all’orientamento sessuale e qualsiasi atteggiamento di incitamento all’odio a parole, per iscritto, immagini o gesti. Non si applica però all’ambito familiare né tra i gruppi di amici, nemmeno se chiacchierano in un caffè. Ristoranti, alberghi, trasporti, cinema o piscino non potranno rifiutare l’accesso di qualcuno per il suo orientamento sessuale.

    È stato invece bocciato il secondo quesito sottoposto agli elettori, l’iniziativa popolare ‘Più abitazioni a prezzi accessibili’, che era osteggiata dal governo ed è stata respinta dal 58 per cento dei votanti.

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