Omicidio Khashoggi, rapporto Usa accusa il principe Mohammed bin Salman
Un rapporto Usa sull’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi accusa il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman di aver “approvato un piano per ucciderlo o catturarlo”.
Secondo il report, infatti, “gli agenti non avrebbero eseguito interventi sul giornalista senza l’autorizzazione superiore”. Nel documento dell’intelligence statunitense, inoltre, si fa presente che Mohammed bin Salman vedeva il reporter e blogger dissidente come una minaccia al regno, motivo per cui il saudita, che di recente ha ricevuto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il quale ha definito l’Arabia Saudita il “centro di un futuro nuovo Rinascimento”, avrebbe approvato l’uso della violenza pur di mettere a tacere l’uomo.
Nel rapporto, inoltre, vengono elencati i nomi di ventuno persone che l’intelligence Usa ritiene complice o responsabile della morte del giornalista.
L’omicidio Khashoggi
Il giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi, che viveva in esilio negli Stati Uniti dal 2017 e collaborava col Washington Post, è stato ucciso dopo essersi recato nel consolato saudita di Istanbul, in Turchia, il 2 ottobre 2018 per completare alcune pratiche burocratiche. Da allora non si sono più avute sue notizie.
Secondo la Cia e l’Onu, Khashoggi, noto per le sue posizioni critiche nei confronti del principe ereditario, sarebbe stato eliminato proprio su ordine di Bin Salman, che negli ultimi anni ha provato a proporsi all’estero come giovane principe riformatore. Il governo saudita, tuttavia, ha negato ogni coinvolgimento, parlando di un’operazione non autorizzata di servizi deviati.
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che non aveva reagito al clamore internazionale scatenato dal brutale omicidio, in un’intervista con il giornalista Bob Woodward aveva anche ammesso di aver in qualche modo protetto Bin Salman sul caso Khashoggi.
Sul caso Khashoggi si è svolto un processo in Arabia Saudita che ha condannato in via definitiva 5 imputati a 20 anni di prigione e altri 3 a pene tra 7 e 10 anni rivedendo un precedente verdetto che prevedeva cinque condanne a morte. La fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, ha definito “una farsa” la sentenza del tribunale e ha accusato Riad di voler chiudere il caso senza indicare la verità sul mandante dell’assassinio. Un altro processo, stavolta in contumacia, è stato aperto a luglio a Istanbul contro 20 sauditi accusati di aver fatto parte dello “squadrone della morte” inviato dall’Arabia Saudita in Turchia.