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    Il pericoloso fascino social di Luigi Mangione

    Luigi Mangione. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

    Rampollo di una famiglia ricca e influente, formatosi in scuole private esclusive e università prestigiose, il giovane accusato dell'omicidio dell'a.d. di United Healthcare, Brian Thompson, è celebrato come un "eroe" da migliaia di utenti critici con i metodi delle assicurazioni sanitarie negli Stati Uniti

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 11 Dic. 2024 alle 16:12 Aggiornato il 11 Dic. 2024 alle 20:02

    Luigi Mangione, il giovane accusato dell’omicidio dell’amministratore delegato dell’assicurazione sanitaria statunitense UnitedHealthcare, Brian Thompson, ucciso il 4 dicembre a New York, è diventato un vero e proprio fenomeno sui social, malgrado le gravi imputazioni.

    Il 26enne, rampollo di una famiglia ricca e influente, laureatosi in una delle più prestigiose università degli Stati Uniti, è accusato di essersi recato nella Grande Mela con documenti falsi e di aver ucciso la vittima con una pistola stampata in 3D, incidendo sulle pallottole le parole: negare, difendere, deporre (deny, defend, depose), simili al titolo del libro “Delay, Deny, Defend” di Jay M. Feinman, critico con le compagnie di assicurazioni sanitarie statunitensi, accusate di ricorrere a cavilli legali e algoritmi per gestire le richieste di rimborso, riducendo così i costi. Dopo una settimana in fuga e una serie di tentativi di depistaggio, Luigi Mangione è stato poi arrestato l’8 dicembre in un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, mentre ad oggi resta in attesa dell’estradizione a New York e del processo per omicidio.

    Da allora però è diventato molto popolare online, dove sono già in vendita magliette, felpe, tazze, adesivi, borse e altri gadget con slogan che inneggiano al presunto killer. Meme, profili social di ammiratori e video caricati su YouTube e TikTok raccolgono migliaia di visualizzazioni, arrivando persino a giustificare, in qualche caso, l’omicidio di Thompson, citando il tasso di rifiuto delle richieste di rimborso della UnitedHealthcare: il 32%, il più alto negli Usa. L’azienda è tra le prime al mondo per capitalizzazione, oltre 500 miliardi di dollari, ed è sospettata di ricorrere all’intelligenza artificiale per negare automaticamente i rimborsi, pur conoscendo l’elevato margine di errore di tale procedura. Un’accusa sempre respinta dalla società ma che ha infiammato gli animi online. Tanto da far intervenire il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro: “È un codardo, non un eroe”, ha detto l’esponente democratico in conferenza stampa parlando del presunto killer di Thompson. Ma chi è davvero Luigi Mangione?

    Cominciamo col dire che il giovane non proviene da una famiglia disagiata, tutt’altro. Il nonno Nicholas era un immobiliarista, che nel 1977 fondò Lorien Health Services, azienda di servizi di assistenza agli anziani con una decina di strutture sanitarie in Maryland. Nel 1978 e nel 1986 acquistò due country club, il Turf Valley e l’Hayfields di Hunt Valley, mentre nel 1988 acquisì radio WCBM, che negli anni ha trasmesso alcuni dei talk-show più ultra-conservatori in circolazione nel Paese, tra cui quelli condotti dall’anchorman Rush Limbaugh, da uno dei protagonisti dello scandalo Watergate, Gordon Liddy, e da Sean Hannity. Il cugino di Luigi poi, Nino Mangione, è stato eletto deputato tra le fila dei repubblicani all’Assemblea dello Stato del Maryland. La famiglia però si è detta “scioccata e devastata” dalla notizia dell’arresto di Luigi Mangione.

    Non sorprende, viste le disponibilità familiari, che il presunto killer abbia ricevuto una formazione di prim’ordine. Luigi si è infatti diplomato nel 2016 alla Gilman School, un’esclusiva scuola privata maschile di Baltimora, dove ha sempre ottenuto la più alta media dei voti, capitanando anche la squadra di robotica e vincendo una borsa di studio nel 2014. Nell’estate 2019 poi è stato consulente-capo per un programma di studi pre-universitari alla prestigiosa Stanford University in California. Quindi nel 2020 si è laureato in ingegneria informatica alla University of Pennsylvania, lavorando come assistente e fondando un club per sviluppare videogame.

    Il giovane aveva anche un lavoro qualificato. Fino all’anno scorso era impiegato come data engineer presso la piattaforma digitale TrueCar, mentre tra il 2022 e il 2023 ha vissuto a Honolulu, alle isole Hawaii, dove un infortunio alla schiena per un incidente in surf ha peggiorato il dolore cronico di cui soffre da tutta la vita. Luigi Mangione è infatti affetto da spondilolistesi, una patologia caratterizzata da un lento e progressivo scivolamento di una vertebra rispetto alla sottostante, motivo per cui l’anno scorso si è sottoposto a un intervento chirurgico. Da allora sembrava quasi sparito dai radar.

    Mentre amici e conoscenti pubblicavano post e messaggi sui social per provare a contattarlo, la sua attività principale online sembrava limitata in massima parte alla piattaforma Goodreads, dove elogiava gli scritti di Ted Kaczynski (il famigerato Unabomber), e pubblicava i propri appunti sulla sua routine di allenamento, segnalando anche libri sulle malattie mentali, sugli sviluppatori della bomba atomica e sulle sostanze psichedeliche.

    Anche se non si conoscono ancora i motivi dell’omicidio, Luigi Mangione ha tentato di giustificare direttamente il proprio gesto. “Mi scuso per qualsiasi problema o trauma, ma doveva essere fatto”, ha scritto il presunto killer in una lettera di tre pagine indirizzata alle autorità federali, una sorta di manifesto pubblicato in versione integrale dal giornalista Ken Klippenstein. “Francamente, questi parassiti se la sono semplicemente cercata. Gli Usa hanno il sistema sanitario più costoso al mondo, eppure siamo al 42esimo posto per aspettativa di vita. UnitedHealthcare è la più grande azienda per capitalizzazione di mercato, dietro solo ad Apple, Google, Walmart. È cresciuta e cresciuta, ma con la nostra aspettativa di vita? No”. “La realtà è che sono semplicemente diventati troppo potenti e continuano ad abusare del nostro Paese per un profitto immenso perché il pubblico americano ha permesso loro di farla franca”, prosegue la missiva. “Ovviamente il problema è più complesso e non pretendo di essere il più qualificato per esporre l’argomento. Ma molti hanno fatto luce sulla corruzione e l’avidità (del settore, ndr) decenni fa e i problemi permangono. Non è questione di consapevolezza a questo punto, ma di giochi di potere. Evidentemente sono il primo ad affrontarlo con tale brutale onestà”. E c’è chi online lo celebra per questo.

    Un fenomeno definito “preoccupante” dal Network Contagion Research Institute, un’organizzazione dedita all’identificazione e alla previsione della diffusione di minacce ideologiche e disinformazione, secondo cui la celebrazione dell’omicidio di Thompson ricorda le reazioni registrate dopo alcune sparatorie di massa su una serie di piattaforme poco frequentate. Soltanto che stavolta sta avvenendo sui social più diffusi. “Mentre un tempo questo fenomeno era in gran parte relegato a sottoculture online di nicchia, ora stiamo assistendo all’emergere di dinamiche simili sulle piattaforme tradizionali, che amplificano il rischio di ulteriori escalation”, denuncia l’ong.

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