Oman attacco petroliere | Golfo di Oman | Pompeo | Azione militare
Oman attacco petroliere – Momenti di tensione nello stretto di Hormuz, che separa l’Iran da Oman ed Emirati Arabi Uniti.
Due petroliere nella mattina del 13 giugno sono state colpite mentre si trovavano a largo di Fujairah negli Emirati: non è chiaro chi abbia sferrato l’attacco o perché, ma almeno una è stata raggiunta da un siluro.
Inizialmente la notizia era stata data dall’agenzia stampa Reuters, che cita il quotidiano specializzato Tradewinds, che ha a sua volta ricevuto le informazioni da che fonti anonime del settore delle spedizioni.
A confermare l’incidente è stato anche il gruppo britannico di sicurezza marittima United Kingdom Maritime Trade Operations, che ha parlato di un “incidente non specificato” nel Golfo di Oman, invitando a esercitare “estrema cautela”.
L’ipotesi più accreditata è che le navi siano state colpite da siluri, ma mancano conferme ufficiali e non si è nemmeno certi delle condizioni in cui si trovano le imbarcazioni.
Oman attacco petroliere | Pompeo accusa l’Iran
Il segretario di stato Usa Mike Pompeo accusa l’Iran per l’attacco alle petroliere nel Golfo di Oman: “Sono loro i responsabili, per colpire gli alleati degli Stati Uniti”.
Le navi erano entrambe dirette in Giappone e l’attacco è ancora più rilevante se si considera che proprio nelle stesse ore il premier nipponico Shinzo Abe si trova in visita in Iran per cercare di mediare tra Teheran e Washington.
Oman attacco petroliere | Azione militare
Tutte le opzioni restano sul tavolo, dunque non è esclusa nemmeno una risposta di tipo militare: cosi’ fonti dell’amministrazione Usa riportate dai media americani a proposito dell’attacco alle petroliere nel Golfo dell’Oman. La stessa fonte spiega come gli Usa siano in possesso di immagini che testimoniano la presenza di una mina inesplosa su una delle due petroliere.
Golfo di Oman | Le petroliere
Le petroliere rimaste coinvolte sono la Altair, battente bandiera delle Isole Marshall, e la Kokuka, battente bandiera di Panama.
La prima secondo i media iraniani sarebbe affondata a seguito dell’attacco dopo essere stata raggiunta da un missile: la conferma è stata data dal Telegraph che cita la compagnia petrolifera statale taiwanese.
La seconda imbarcazione è ancora a galla, il suo carico di metanolo è ancora intatto, ma non è chiaro se sia stata colpita o meno da un missile. La Kokuka Courageous diretta da Singapore all’Arabia Saudita ha subito uno squarcio nella fiancata, ma al di sopra della linea di galleggiamento.
“Tutti i 23 membri dell’equipaggio sono stati evacuati e sono al sicuro”, ha riferito un portavoce al sito norvegese VG. Alle operazioni di salvataggio ha preso parte anche l’Iran, che ha mobilitato le unità della Marina che stazionavano nell’area della provincia di Hormozgan.
“L’equipaggio è composto in gran parte da persone provenienti da Russia, Georgia e Filippine”, ha aggiunto il portavoce, sottolineando che la nave trasporta 75mila tonnellate di nafta.
“Possiamo confermare che c’è stato un attacco. C’è stata un’esplosione a bordo della nave di proprietà norvegese”, ha confermato Nesser Selin, portavoce della guardia costiera dell’Oman.
Anche la compagnia energetica statale taiwanese CPC, che aveva commissionato il trasporto della nafta a bordo della nave, ha affermato a Reuters che la Altair potrebbe essere stata colpita da un “siluro”.
Oman attacco petroliere | L’intervento degli Usa
Anche la Quinta flotta degli Stati Uniti basata nel Bahrein, è intervenuta nell’area per prestare soccorso alle navi in difficoltà. Joshua Frey, portavoce della Quinta flotta, ha dichiarato che il comando statunitense è a conoscenza dell’incidente nel mare di Oman, aggiungendo che sta raccogliendo ulteriori dettagli.
Come specificato nel comunicato rilasciato dalla Marina Usa, sono state lanciate due diverse richieste di aiuto da due petroliere “attaccate” nel golfo dell’Oman “una alle 6.12 del mattino e un’altra alle 7 del mattino (ora locale)”.
Il Giappone
“Le due petroliere nel Golfo di Oman sono state attaccate”, ha confermato il ministro del Commercio nipponico Hiroshige Seko, aggiungendo che le due petroliere trasportavano carichi “collegati al Giappone”.
“Ho avuto informazioni che le due navi con carico collegato al Giappone erano state attaccate vicino allo Stretto di Hormuz”, ha confermato Seko.
Il 13 giugno Shinzo Abe è in Iran come primo premier giapponese in visita dal 1979: la sua missione è mediare nel recente conflitto tra Teheran e Washington.
Se l’attacco dovesse essere confermato il rischio è che scoppi una crisi diplomatica con il Giappone, oltre ad essere un segno di una divisione interna nella gestione del potere in Iran.
La risposta dell’Iran
“I riferiti attacchi contro cargo legati al Giappone sono avvenuti mentre il primo ministro Shinzo Abe stava incontrando l’ayatollah Ali Khamenei per colloqui approfonditi e amichevoli. Dire che è sospetto non è abbastanza per descrivere ciò che probabilmente è successo questa mattina. Il dialogo regionale proposto dall’Iran è imperativo”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.
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