Secondo fonti delle Nazioni Unite oltre mille musulmani rohingya sono stati uccisi dall’esercito della Birmania, cosa che farebbe crescere di molto le stime sul bilancio delle vittime. Due funzionari di due diverse agenzie Onu che lavorano in Bangladesh, dove sono fuggiti quasi 70mila rohingya, hanno dichiarato separatamente all’agenzia di stampa Reuters che le dimensioni della crisi nello stato di Rakhine in Birmania sono maggiori di quanto non si pensi.
“Finora si è parlato di centinaia di morti. Si tratta probabilmente di una stima al ribasso, potrebbero essere migliaia”, ha dichiarato in condizioni d’anonimato il primo. Entrambi hanno concluso che probabilmente le vittime sono oltre mille.
Il portavoce del presidente della Birmania ha detto che, stando ai rapporti dei comandanti dell’esercito, nelle operazioni militari sono stati uccisi meno di cento rohingya. Interpellato sulle stime fornite dai due funzionari Onu ha risposto: “Si tratta di numeri molto maggiori dei nostri, dobbiamo verificare sul terreno”.
Un rapporto dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani diffuso venerdì 3 febbraio ha denunciato uccisioni di massa e stupri di gruppo ai danni dei rohingya, che rappresenterebbero crimini contro l’umanità, e il governo guidato da Aung San Suu Kyi ha detto che avvierà un’inchiesta per verificare la veridicità del contenuto del documento, avendo in precedenza respinto accuse simili.
I musulmani rohingya della Birmania, circa 1,1 milione di persone, vivono in condizioni simili a quelle dell’apartheid sudafricano nel nordovest della Birmania, paese a maggioranza buddista.
**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**