Due miliardari russi hanno finalmente rotto la cortina di silenzio chiedendo a Putin di mettere fine al conflitto.
Mikhail Friedman, nato in Ucraina occidentale, e Oleg Deripaska, hanno condannato l’invasione della Russia chiedendo che i colloqui di pace tra i due Paesi vengano avviati il “prima possibile”. Si tratta di un’azione insolita per l’inamovibile élite del Cremlino, basata sulla fedeltà al capo, gli affari in comune e i matrimoni dinastici, ma soprattutto abituata a non contraddire lo zar.
Il magnate è il cofondatore della principale banca privata russa, la Alfa bank, e controlla la società di private equity LetterOne. Classificato come la 128ma persona più ricca del pianeta da Forbes nel 2021, nel suo comunicato rivolto ai dipendenti di LetterOne, Friedman ha detto che la guerra è una “tragedia per le popolazioni di entrambi i Paesi e creerà un profondo divario tra i popoli slavi di Russia e Ucraina, che sono stati fratelli per secoli.”
“Sono nato in Ucraina occidentale e ho vissuto lì fino ai miei 17 anni. Ho passato la maggior parte della mia vita come cittadino russo, creando aziende e facendo affari. Sono profondamente legato alla popolazione russa e a quella ucraina e questo conflitto rappresenta una tragedia per entrambi.”
Un altro miliardario, Oleg Deripaska – fondatore della Rusal, la maggior produttrice mondiale di alluminio, già colpita dalle sanzioni americane – ha chiesto attraverso il suo canale Telegram che i colloqui di pace abbiano inizio “prima possibile.” L’imprenditore 54 enne ha aggiunto: “La pace è molto importante.”
I cosiddetti oligarchi russi temono che le rigide sanzioni imposte dall’Occidente in Russia trascineranno il Paese il caos. Ieri il segretario di Stato per gli affari esteri del Regno Unito Liz Truss ha dichiarato che “gli alleati super-ricchi del presidente Putin non avranno più nessun luogo in cui nascondersi,” aggiungendo che il Foreign Office ha già preparato una “lista nera” con i nomi di almeno 100 miliardari russi che verranno colpiti nei prossimi mesi, temendo che il conflitto possa estendersi per almeno un decennio.