In una chiesa di Bethel, a l’Aia, dal 26 ottobre 2018 si continua a celebrare ininterrottamente una messa per evitare la deportazione di una famiglia armena.
Il sacerdote Axel Wicke sta cercando di impedire che i coniugi Tamrazyan e i loro figli di 21, 19 e 14 anni siano allontanati dall’Olanda appellandosi a una legge locale che vieta alle forze dell’ordine di condurre operazioni durante i servizi religiosi.
La famiglia armena è arrivata in Olanda 9 anni fa dopo che il padre aveva ricevuto minacce di morte a causa della sua attività come attivista. I Paesi Bassi avevano inizialmente concesso asilo politico ai Tamrazyan, ma dopo due tentativi andate a vuoto il governo è riuscito vincere il ricorso e ad ottenere il decreto di espulsione.
Per cercare di prendere tempo, il sacerdote Axel Wicke ha invitato la famiglia nella sua chiesa e ha dato il via alla messa che dura dal 26 ottobre, anche grazie all’aiuto di volontari provenienti da tutta l’Olanda e non solo.
La celebrazione infatti prosegue grazie agli sforzi di 450 tra preti, pastori e diaconi che si alternano all’altare per evitare che gli agenti possano entrare nella chiesa.
“Abbiamo ricevuto aiuti anche dall’estero e ora i sermoni sono in inglese, francese e tedesco”, ha spiegato il parroco.
La comunità riunitasi per cercare di salvare la famiglia armena ha anche fatto appello ad una legge in vigore nei Paesi Bassi che stabilisce che in casi eccezionali possono essere annullate le procedure di espulsione a carico delle famiglie con figli che risiedono da almeno 5 anni in Olanda.
La famiglia Tamrazyan potrebbe quindi restare nel paese grazie a questa norma e al momento è in attesa che il governo prenda la sua decisione. Per il momento l’esecutivo olandese non si è espresso sulla vicenda e non si sa se accetterà o meno le richieste del parroco e di tutti coloro che stanno contribuendo a mandare avanti la messa.