Secondo Wikileaks, Snowden ha chiesto asilo politico a 21 Paesi passando le lettere di richiesta ai funzionari russi dall’aeroporto di Sheremetyevo, dove è rinchiuso senza documenti di viaggio validi dopo che gli Stati Uniti hanno revocato il suo passaporto.
Snowden, l’informatore fuggitivo alla disperata ricerca di uno Stato che gli offra asilo, ha scritto nelle lettere che se costretto a tornare negli Stati Uniti “è improbabile che riceva un trattamento adeguato e un giusto processo, potendo affrontare la possibilità di passare la mia vita in carcere o venire condannato a morte”.
Ancora rintanato in un aeroporto di Mosca, le vie di fuga di Snowden sembrano restringersi dopo che molti dei Paesi a cui ha inviato richieste di asilo hanno respinto i suoi appelli.
Brasile, Finlandia, India e Polonia hanno categoricamente respinto le sue richieste, mentre l’Austria, Ecuador, Norvegia, Germania, Svizzera e Spagna, hanno detto che la sua domanda non poteva essere considerata perchè fatta fuori dal loro suolo.
In una dichiarazione Snowden ha accusato l’amministrazione Obama di “usare la cittadinanza come un’arma” e di esercitare forti pressioni sui Paesi dove ha chiesto asilo. Gli Stati Uniti hanno messo in guardia gli Stati verso la concessione di un rifugio, dicendo che una tale mossa avrebbe dei costi diplomatici molto alti.
“L’amministrazione Obama cerca di impedirmi l’esercizio di un diritto fondamentale. Un diritto che appartiene a tutti. Il diritto di chiedere asilo”, ha detto Snowden. “Il loro scopo non è spaventare me ma chi potrebbe fare lo stesso dopo di me”.
Gli unici Paesi a manifestare interesse per offrire asilo sono stati Bolivia, Nicaragua e Venezuela. “Snowden merita la protezione del mondo”, ha detto il presidente venezuelano Nicolas Maduro durante la sua visita a Mosca. “Annuncio ai governi amici di tutto il mondo che abbiamo deciso di offrire l’asilo umanitario per proteggere Snowden dalla persecuzione che l’impero più potente del mondo ha scatenato contro un giovane che ha detto la verità”.
Intanto ieri la rivista tedesca Der Spiegel ha rivelato che l’intelligence degli Stati Uniti lavora da tempo a stretto contatto con la Germania e gli altri Stati occidentali. La cancelliera tedesca Angela Merkel si era mostrata indignata di fronte alle pratiche di spionaggio, definendole come “tattiche da guerra fredda”. La Merkel aveva detto che spiare i Paesi amici è inaccettabile e che un accordo commerciale transatlantico richiede un livello di “fiducia reciproca”.
Der Spiegel ha riferito che in media in un giorno circa 20 milioni di comunicazioni telefoniche e 10 milioni di connessioni internet sono sotto controllo in Germania. I tedeschi sono particolarmente sensibili al tema delle intercettazioni: i tempi della sorveglianza intrusiva del regime comunista della Repubblica democratica tedesca (Rdt) e durante il periodo nazista sono ancora vivi nella loro memoria.
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