Damasco l’aveva preannunciato, nell’offensiva per riprendere il controllo di Aleppo, cominciata col sostegno delle forze russe e delle milizie sciite giovedì scorso, sarebbero state impiegate anche truppe di terra.
Martedì 27 settembre infatti sono state mobilitati gli uomini dell’esercito regolare siriano e delle milizie che combattono a sostegno del presidente Bashar al-Assad per lanciare un massiccio attacco su più fronti contro i quartieri orientali della città, quelli in mano ai ribelli.
Intanto, le forze aree siriane e russe, nonché l’artiglieria pesante proseguono i bombardamenti sulle aree di Aleppo e nei dintorni della città controllate dai gruppi che si oppongono al regime di Damasco e fonti interne riferiscono di un uso massiccio degli elicotteri e delle bombe a grappolo.
Negli ultimi giorni sono giunti anche preoccupanti rapporti sull’uso da parte dell’aeronautica russa delle bombe anti-bunker sulla stessa città di Aleppo.
L’Opposizione siriana e le Nazioni Unite hanno insinuato che Mosca potrebbe aver deciso di ricorrere a questi ordigni, che penetrano nel terreno e hanno la capacità di distruggere i bunker sotterranei usati come rifugi e centri di comando, per velocizzare la caduta della città siriana.
Inoltre, alcuni esperti ritengono che l’uso di queste bombe significa che i russi hanno informazioni molto dettagliate su dove indirizzarle per colpire obiettivi specifici.
L’uso dei missili anti bunker risveglia nuovi terrori nella popolazione civile che proprio sottoterra cerca rifugio alla devastazione della guerra. Sottoterra si trovano infatti anche scuole e centri medici.
L’inviato speciale per la Siria delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha detto che “se confermato, l’uso sistematico e indiscriminato di queste armi in aree dove sono presenti civili e infrastrutture civili potrebbe essere un crimine di guerra”.
Nel frattempo, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto che il bombardamento di Aleppo è “moralmente del tutto inaccettabile” e rappresenta una flagrante violazione del diritto internazionale.
“Mi unisco all’appello della comunità internazionale rivolto alla Russia di mostrare sforzi credibili per restaurare il cessate il fuoco, per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari ad Aleppo e per creare le condizioni necessarie alla ripresa i colloqui sotto l’egida delle Nazioni Unite sulla transizione”, ha dichiarato Stoltenberg da Bratislava.
Leggi l'articolo originale su TPI.it