Le Forze democratiche siriane (Sdf), coalizione curdo-araba appoggiata dagli Stati Uniti, hanno annunciato domenica 6 novembre 2016 l’inizio di un’offensiva per riconquistare la città di Raqqa, in Siria, capitale de facto del sedicente Stato Islamico. L’operazione è stata chiamata “Ira dell’Eufrate”. Gli Stati Uniti offriranno copertura aerea della zona. Raqqa, come Mosul in Iraq, è la roccaforte dell’Isis in Siria.
In una conferenza stampa nella città siriana di Ayn Issa, circa 50 chilometri a nord di Raqqa, i comandanti del Sdf hanno detto che l’obiettivo dell’operazione sarà liberare la città, nominata capitale del Califfato nel 2014.
I miliziani curdi dell’Unità di protezione popolare (Ypg) costituiscono uno dei gruppi armati più potenti in Siria e sono considerati come il nucleo principale di Sdf, un’alleanza formata lo scorso anno per combattere l’Isis con il sostegno di Washington.
L’offensiva è stata annunciata mentre è ancora in corso la campagna per la liberazione di Mosul, la principale città sotto il controllo dell’Isis in Iraq, lanciata lo scorso 17 ottobre dall’esercito iracheno.
La Turchia, che confina con il nord della Siria, non prenderà parte all’offensiva. Il governo turco ritiene infatti che le milizie curde di Ypg siano un’organizzazione terroristica e non accetta un loro ruolo nella liberazione di Raqqa.
L’operazione non è stata coordinata con il presidente siriano Bashar al-Assad e con l’esercito regolare.
Tutto quello che c’è da sapere, giorno per giorno:
9 novembre 2016
– Un raid aereo della coalizione guidata dagli Stati Uniti ha provocato la morte di almeno 16 persone durante la notte a al-Heesha, una città che si trova a circa 40 chilometri a nord di Raqqa. Lo ha riferito l‘Osservatorio siriano per i diritti umani in un rapporto. La coalizione, che sta supportando le Sdf nell’offensiva per riprendere il controllo della capitale siriana del sedicente Stato islamico, ha fatto sapere di non avere informazioni sul rapporto dell’organizzazione, ma che procederà ad effettuare delle verifiche.
7 novembre 2016
– Il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Ash Carter, ha diffuso questa nota: Accolgo con favore l’annuncio di oggi da parte delle Forze democratiche siriane sull’inizio dell’operazione per liberare Raqqa dal barbaro controllo dell’Isis. Lo sforzo di isolare e infine liberare Raqqa segna il passo successivo nel piano della nostra coalizione. Come a Mosul, la lotta non sarà facile e vi è duro lavoro davanti a noi, ma è necessario porre fine agli inganni del califfato e distruggere la capacità del gruppo di compiere attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, contro i nostri alleati e contro i nostri partner. La coalizione internazionale continuerà a fare tutto il possibile per consentire alle forze locali sia in Iraq che in Siria di dare all’Isis la sconfitta duratura che merita.
– La coalizione sostenuta dagli Stati Uniti ha conquistato una serie di villaggi nei primi giorni dell’offensiva per riprendere il controllo di Raqqa, in Siria, dai miliziani dell’Isis. Lo hanno riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani e una fonte curda che ha preferito rimanere anonima. Le forze di terra sono supportate da attacchi aerei della coalizione a guida statunitense. L‘Isis ha fatto esplodere cinque autobombe come strategia di difesa, secondo quanto ha riferito la fonte.
– Circa 30mila miliziani faranno parte della coalizione curdo-araba. Di loro, almeno 25mila vengono dalle fila dell’Ypg, la milizia curda (Unità di protezione popolare). Sono in molti a pensare che la battaglia per la riconquista di Raqqa sarà più complicata e più lunga di quella per Mosul, dal momento che oltre a combattere contro lo Stato islamico, le milizie siriane combattono anche tra di loro. Le località finora conquistate sono 6.
(Qui sotto la mappa di TPI che mostra la situazione attuale in Siria e in Iraq. L’articolo prosegue dopo l’immagine)
L’Isis ha piazzato una serie di autobombe dirette contro la coalizione sostenuta dagli Stati Uniti. Lo ha fatto sapere una fonte curda, aggiungendo che l’operazione per la presa di Raqqa “non sarà facile”.